Ogni mattina in Africa una gazzella si sveglia e come sorge il sole sa che deve correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa un leone si sveglia e come sorge il sole sa che deve correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina a Napoli un tifoso si sveglia e sa che deve jastemmare tutti gli dei dell’Olimpo perché quale che sia la competizione europea e quali che siano gli avversari per passare il girone e qualificarsi al turno successivo sempre e comunque dovrà buttare il sangue. Alzi la mano, infatti, chi non aveva sperato che dopo la prodigiosa prestazione con la Roma anche con gli olandesi dell’Az il Napoli avrebbe fatto faville mettendo in cassaforte la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. E dopo il gol di Mertens tutto più o meno scorreva in questa direzione con Ospina prontissimo, oltre che ad aprirsi la testa, a parare l’imparabile e un attacco votato alle più belliche intenzioni.
Poi però, evidentemente colpiti dalla maledizione di Higuain, quella che impedisce ai napoletani di riposare sereni prima di una partita europea dove ci sta in gioco la qualificazione a qualcosa, gli uomini di Gattuso hanno iniziato a interpretare in maniera eccessivamente restrittiva le disposizioni natalizie del governo per il Covid e si sono rinchiusi nella propria metà campo limitandosi a dispiegare, come unica strategia difensiva, le preghiere e le giaculatorie a tutti i santi per mantenere integro il misero vantaggio di uno a zero. Risultato: pareggio degli olandesi che se non fosse stato per la parata straordinaria dello stuntman colombiano travestito da portiere per poco non diventava una sconfitta. Mo’ non ci resta che piangere. E, soprattutto, non perdere in casa con la Real Sociedad. Che dite, c’a putimm fa?!