La faccenda intriga maggiormente dal punto di vista
imprenditoriale. Sul progetto di De Laurentiis, che intende
impossessarsi della società pugliese (fallita, quindi
ripartirà dalla serie D) la tifoseria, come sempre quando si
tratta del presidente azzurro, è pressoché spaccata.
«Non c’è altro da fare che applaudire il
presidente sostiene Roberto Fiore, presidente dell’Ente
Biblioteca di Castel Capuano oltre che fedelissimo frequentatore
della tribuna Posillipo Dimostrerebbe ancora una volta il suo
spiccato senso degli affari. Niente da obiettare, anche
perché con le recenti norme federali che permettono di avere
una seconda squadra prima o poi il Napoli dovrà adeguarsi.
Da un punto di vista strettamente sportivo, invece, nutro
più di una perplessità: rischia di crearsi un
pericoloso dualismo, come sta accadendo a Lotito che gestisce sia
la Lazio che la Salernitana».
Tra il serio e lo scherzoso il punto di vista di Peppe Iodice, il
cabarettista dalla fede incrollabile, amico di Insigne, Koulibaly e
Jorginho. «All’inizio non avevo metabolizzato la notizia,
io sono di Barra e pensavo che volesse prendere la Barrese, sarebbe
stata una persecuzione trovarmelo vicino di casa. Poi mi sono
detto: da meridionale e amico dei baresi, mi sta bene perché
si può salvare una gloriosa società del Sud, come gli
è riuscito anni fa con il Napoli. Però resto
preoccupato, se gli viene data un’altra pazziella tra le mani,
cosa farà Aurelio? Già quando si concentra sul
cinema, ci trascura: cosa accadrebbe nel gestire due società
di calcio? Gli do un suggerimento: preside’, prendi pure il
Bari ma acquista per noi il top player che ci avevi promesso,
così nessuno potrà rinfacciarti niente».
Carlo Silipo, vincitore di tutto nella pallanuoto con la calottina
del Posillipo e della Nazionale, sposa in pieno il progetto di
salvare il Bari: «Nel Sud e a Napoli è difficilissimo
fare impresa, De Laurentiis ci sta riuscendo alla grande nonostante
le tante, ingiustificate, contestazioni. Prendere un altro club per
farlo crescere all’ombra del Napoli, che non è
l’ultimo arrivato ma ha acquisito ormai una dimensione europea,
significa far maturare e far giocare i tanti giovani che
troverebbero finalmente spazio senza essere costretti a cederli
altrove».
Pino Taglialatela conosce bene Bari (vi ha giocato nella stagione
’92-’93 dopo la primissima esperienza professionale in
maglia azzurra): «Il presidente da bravo uomo d’affari ha
fiutato il business, lì c’è passione e si
può lavorare bene. Magari farà come i grandi campioni
che acquista: valorizzerà la società e poi la
venderà se dovesse arrivare alla soglia della serie
A».
Investimento in prospettiva per niente incoraggiante secondo Carlo
Claps, presidente del Comitato di difesa dei tifosi, storico
abbonato del San Paolo: «È chiaro che prima o poi si
creerebbe una situazione conflittuale, perché
l’obiettivo non sarà quello di lasciare il Bari nelle
categorie inferiori ma di riportarlo in fretta in serie A o B. I
tempi sono sbagliati perché c’è di mezzo il
mercato, i tifosi l’hanno presa male e a loro non do torto: se
non esiste disponibilità economica per prendere uno come
Cavani, da dove uscirebbero fuori i soldi per comprare non un
campione ma un’intera squadra?».
From: Il Mattino.