Il club azzurro vuole una risposta certa prima che si ritorni a giocare
NAPOLI – Esserci o non esserci, nel Napoli delle meraviglie, è questo il problema: e lo sa Simone Verdi, che deve vivere con l’assedio sistematico che gli verrà portato, in una settimana ch’è la sua, soltanto la sua, esageratamente la sua. E bisognerà pensarci, ascoltare se stesso dopo aver sentito ciò che ha detto Donadoni («da ragazzo non ebbi dubbi: quando mi cercarono dal Milan io andai e lascia l’Atalanta senza pensarci»), ciò che ha chiesto Riccardo Bigon: («Simone ha l’età e la capacità per decidere cosa fare e noi non vogliamo spingerlo ad andare. Ma spieghi lui quel che vuole fare»). Napoli, festa al San Paolo: Koulibaly e Callejon piegano il Verona De Laurentiis e a Giuntoli, che vorranno parlargli, dopo averlo fatto con il managementdel calciatore; e dovrà spiegarlo a se stesso, che è chiaramente combattuto: vorrebbe restare a Bologna altri sei mesi, ma sa bene che poi a giugno qualcosa potrebbe cambiare, che il mercato rischierebbe di aprirsi per una concorrenza più ampia; che ovunque possa andare non troverebbe un allenatore, Sarri, del quale sa tutto ed al quale non deve spiegare nulla di sé.
L’ASSALTO – Il Napoli non indietreggia, semmai avanza, e minacciosamente: lo farà solleticando il calciatore non solo dal punto di vista economico, ma sottolineando un progetto e la centralità dei sogni che Verdi potrà vivere e condividere. La prima scelta è lui, è certificato da tempo e però, ancor prima che si torni in campo (il 21) converrà arrivare ad una decisione definitiva, che liberi chiunque da qualsiasi «opprimente» pressione naturale.
From: Corriere Dello Sport.