(Italiano) Champions League, che affare: Napoli, parte la corsa all’oro


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Una torta milionaria, un giro d’affari che fa della Champions la competizione per club più ricca del mondo. Trentadue le squadre partecipanti, con una corsia privilegiata per i campionati più importanti: Spagna, Inghilterra, Italia e Germania da quest’anno avranno quattro squadre alla fase ai gironi. Una riforma voluta dall’Uefa con il chiaro obiettivo di rendere ancora più attraente il torneo, sia in termini sportivi che (soprattutto) economici. A rendere più ricca la torta c’è poi l’Europa League, che non regge il confronto sul piano monetario con la più illustre Champions ma resta comunque una competizione continentale di primo piano.

Partecipare alla Champions significa, per le società, irrobustire le casse. Non è un caso che le grandi squadre dei maggiori campionati europei dichiarino sempre più spesso che il loro obiettivo stagionale è classificarsi tra le prime quattro. In effetti, il piatto è ricco, anzi ricchissimo, grazie alle sponsorizzazioni (i partner ufficiali sono Adidas, Unicredit, Nissan, Mastercard, Heineken, Gazprom, Ps4, Lay’s) e ai diritti televisivi. In totale, per il triennio 2018-2021 la Uefa incasserà circa 10 miliardi, 3,25 dei quali percepiti per le edizioni 2018-2019 di Champions, Europa League e Supercoppa. Come riporta un’analisi del Sole 24 Ore, nei primi cinque mercati europei (Germania, Spagna, Regno Unito, Francia, Italia) l’Uefa ha registrato un aumento di quasi il 50 per cento dei ricavi, grazie anche alla scelta di raddoppiare l’offerta televisiva: nelle due giornate (martedì e mercoledì) dedicate alla Champions si giocherà alle 18,55 (due partite) e alle 21 (sei match). 
 
Al netto di altre voci (costi organizzativi, premi di solidarietà, percentuale spettante alla Uefa), i trentadue club partecipanti si divideranno 2,04 miliardi, 600 milioni in più rispetto alle passate edizioni. Ciascuno riceverà 15,25 milioni mentre per ogni partita della fase a gironi sono previsti introiti legati ai risultati: 2,7 milioni per la vittoria; 900mila euro per il pareggio; 9,5 milioni per il passaggio di turno; 10 milioni per la qualificazione ai quarti; 12 per le semifinali; 15 per la finalista perdente. La squadra campione avrà un premio extra di 19 milioni. Il Napoli, male che vada, ovvero pensando all’ipotesi peggiore di sei sconfitte su sei nella fase a gironi, porterà in cassa circa 39 milioni. Complessivamente, nelle quattro partecipazioni alla Champions (2011/2012, 2013/14, 2016/17 e 2017/18) il Napoli ha incassato, considerando anche le stime per la stagione attuale, circa 143,8 milioni di euro: la media è di circa 48 milioni a stagione. Nel primo anno di Sarri, con la partecipazione all’Europa League e l’eliminazione ai sedicesimi, il Napoli intascò 12 milioni. La stagione dei record è la 2016/17 (eliminazione agli ottavi dal Real Madrid) con 66 milioni. Lo scorso anno il Napoli ha maturato circa 39 milioni di euro. 

Tra le novità introdotte c’è il ranking storico in base al quale avverrà la ripartizione dei premi. Si tratta di un meccanismo basato sulle prestazioni degli ultimi dieci anni delle trentadue squadre ammesse ai gironi. Questa speciale classifica è capeggiata dal Real Madrid davanti a Barcellona e Bayern Monaco. La prima delle italiane è la Juventus al settimo posto, seguita da Milan, Inter, Napoli e Roma. 

From: Il Mattino.

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