Ciro il Grande da Torre Annunziata, bomber d’Europa con 17 gol, trascinatore della Lazio rivelazione di Simone Inzaghi, si descrive come «persona umile, simpatica, molto socievole: cerco di parlare con tutti anche se non sempre è possibile, soprattutto con i vecchietti». Insomma, un imperatore del calcio antidivo. A 27 anni, Immobile, l’attaccante che la Juventus con poca lungimiranza «ripudiò» nel 2014 dopo aver creduto 7 anni prima nel ragazzino arrivato da Sorrento, ha raggiunto la piena maturità diventando il signore di Roma, sponda biancoceleste. Ciro ha conquistato il presidente Lotito, che dopo l’inizio sfolgorante di quest’anno gli ha rinnovato il contratto fino a giugno 2022.
Poche ore dopo, è arrivata la doppietta con il Cagliari che ha permesso alla Lazio di tenersi agganciata alla Juve (battuta la settimana prima a Torino) al terzo posto e di portarsi a tre punti dalla capolista Napoli. La squadra per cui Ciro non ha mai nascosto di fare il tifo fin da bambino, ma nella quale non è mai riuscito a giocare. Giorni di grande orgoglio per Immobile. Perché con i suoi 17 gol con la Lazio in questo inizio di stagione (13 in campionato, 2 nella Supercoppa vinta contro la Juve e 2 in Europa League) è il miglior attaccante dei cinque campionati Top d’Europa.
Alle sue spalle, a quota 15, c’è un certo Messi, alla pari con Aubameyang del Borussia Dortmund. E poi, a seguire, il Gotha del calcio continentale: da Kane a Falcao, da Cavani a Lewandowski. Ciro il Grande li ha messi tutti in fila e nel suo personale score c’è da aggiungere anche un gol con l’Italia di Ventura, che fu il suo allenatore nel Torino che gli permise di vincere il titolo di capocannoniere della serie A nel 2013-2014, con 22 reti in 33 partite. E che punta ora sui suoi gol, per battere la Svezia e approdare ai Mondiali in Russia. La Lazio è diventata la sua casa dopo anni di nomadismo calcistico. «Mi sembrava strano non traslocare a inizio stagione, ne parlavo anche con mia moglie – ha detto l’altra sera dopo la vittoria sul Cagliari – Siamo davvero felici a Roma, stiamo bene. La società punta su di me».
Sta dando molto Immobile alla Lazio, ma deve anche tanto lui al club che lo ha riportato ai massimi livelli in Italia, dopo gli anni difficili di Dortmund e Siviglia e il nuovo passaggio al Toro. «È come se mi fosse stata data una seconda opportunità che non volevo e non voglio assolutamente fallire». Umile, simpatico, socievole, d’accordo. Ma Ciro in campo si trasforma. E così si racconta in terza persona: «Immobile calciatore cerca di dare sempre tutto in campo, il massimo, e di portare la squadra al massimo risultato. Non mi piace perdere, è una cosa che mi porto dentro da quando ero piccolo». E segnava già tanto. Dal Sorrento lo prese la Juventus, imbeccata da Ciro Ferrara.
E furono subito due vittorie al Torneo di Viareggio. Poi, via al giro d’Italia, passando per Siena e Grosseto fino all’arrivo a Pescara, nella squadra di Zeman. Che ne consacrò il talento al fianco di Insigne e Verratti: «Un’esperienza straordinaria, abbiamo vinto il campionato, sono stato il capocannoniere». Arriva la serie A, prima il Genoa poi il Torino dove vince la classifica dei bomber. «E pensare che nelle prime sette partite non avevo fatto gol…», ha più volte ricordato Immobile. Le reti in granata lo lanciano nel firmamento europeo: Klopp lo vuole al Borussia Dortmund, al Torino che lo aveva riscattato dalla Juve vanno 20 milioni di euro. Una stagione di grandi difficoltà in Bundesliga, brillante in Champions League. «A un certo punto la squadra è andata male, io purtroppo ho avuto una fase di calo e il tecnico ha scelto i giocatori che conosceva di più».
Meglio andar via, dalla Germania in Spagna: «C’era il Siviglia come opportunità ma lì non ho mai avuto chance. Ho chiesto di poter andare via e potermi ritrovare». Prima a Torino, in prestito. Infine, alla Lazio, dove si è finalmente fermato. «È stato il primo anno in cui non ho dovuto fare scatoloni – ricorda anche Jessica, la moglie conosciuta a Pescara che l’ha seguito nel giro d’Europa e gli ha regalato due figlie, Michela e Giorgia – Ci siamo sentiti subito a casa qui a Roma». Dove si divertono e fanno divertire anche i tanti “amici” che li seguono sui social, di cui sono padroni. Tra i filmati più visti in assoluto, quello in cui lei lo stuzzica e Ciro la allontana perché sta giocando alla Playstation. E vuole vincere, come quando è in campo. Con questa media può aspirare alla Scarpa d’oro, un degno trofeo per Ciro il Grande.
From: Il Mattino.