Lo stop ai campionati incide pesantemente sui bilanci dei club di serie A, la situazione potr gradualmente normalizzarsi solo appena si riprender a giocare: in questa fase di blocco mancano le voci in entrata a cominciare dagli introiti per i compensi tv per proseguire con gli incassi al botteghino, il merchandising e led bordocampo (la previsione di un buco complessivo che potrebbe arrivare a 600 milioni). In uscita a pesare di pi sui bilanci delle societ sono gli stipendi, i top club hanno un monte ingaggi altissimo a cominciare dalla Juve: Ronaldo guadagna 31 milioni l’anno, il pi pagato del Napoli Koulibaly a 6 milioni. Ma la soluzione dei tagli alle buste paghe (ad esempio con un taglio medio del 15 per cento, tenendo presente di una decurtazione variabile in base alla fascia degli stipendi, la serie A risparmierebbe intorno ai 250 milioni) in questo momento non da considerare attuabile perch si tratta di un periodo limitato di blocco delle attivit e finora per tutte le squadre di A lo stop effettivo stato tra i 10 e i 15 giorni. Un qualcosa, quindi, a cui il Napoli non ha pensato, ma tutti i club di serie A si trovano nella stessa situazione e al momento l’obiettivo comune di riprendere il prima possibile a giocare, appena le condizioni di sicurezza per i calciatori dettate dall’emergenza coronavirus lo consentiranno.
Il taglio degli stipendi potrebbe eventualmente diventare un oggetto concreto di discussione tra le varie componenti del calcio (Figc, Lega, Assocalciatori) nel caso che lo stop alle attività diventi più lungo (o addirittura ci sia l’annullamento totale del campionato) perché al momento l’ipotesi è di poter riprendere a inizio maggio e per i calciatori si tratterebbe, quindi, al massimo di due mesi d’interruzione senza partite ma con gli allenamenti che dovrebbero riprendere per tutti quanti al massimo ad inizio aprile. La compensazione delle prestazioni professionali dei calciatori potrebbe quindi aversi con le partite che giocherebbero in estate (quelle che salterebbero tra marzo e aprile): tutti scenderebbero in campo nel loro periodo di ferie che potrebbe essere anticipato ed applicato in questa fase di stop. L’argomento tagli andrebbe eventualmente tirato in ballo, in maniera ufficiale, quando verranno avviati più avanti i vari tavoli della Lega serie A, soprattutto se dovessero esserci segnali di un prolungamento ulteriore e sensibilmente più lungo dello stop alle attività per l’emergenza Coronavirus.
E l’ostacolo più grosso da superare nelle trattative sarebbe rappresentato dall’Associazione calciatori. Il vicepresidente Umberto Calcagno ha parlato ieri della posizione dell’Aic a Radio Kiss Kiss. «Ripartire il 9 maggio? È un auspicio ma oggi siamo legati a ragionamenti che vanno oltre il sistema sportivo. Deroga ai contratti? Non ne stiamo ragionando nello specifico, dobbiamo finire regolarmente la stagione, sarebbe meglio sforare la stagione successiva ma non ipotizzando playoff o accorciamenti della stagione». Sull’argomento tagli ai calciatori ha parlato ieri Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ai microfoni di una «Vita da Pecora» su Radio 1. «Non si illudano la Serie A e la Serie B di avere i soldi pubblici. I 430 milioni li recuperano tagliando i soldi che danno ai calciatori di Serie A e B, ai dirigenti e agli allenatori. Le due leghe non beccheranno una lira dal Parlamento, questo lo dico con chiarezza».