Un’ipotesi di sovraffatturazione che avrebbe garantito la possibilità di evadere il fisco, all’ombra di un contratto viziato da operazioni ritenute «oggettivamente inesistenti». Sono queste le ipotesi che hanno spinto la Procura di Napoli a perquisire la sede del calcio Napoli di Castel Volturno e la sede della società Filmauro, a proposito di una delle operazioni di mercato più importanti conclusa dal club azzurro negli ultimi tempi: il trasferimento dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen dal Lille al Napoli, nell’estate del 2020. Ipotesi di falso in bilancio, blitz della Finanza, sotto inchiesta finiscono il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, ma anche tutti gli altri esponenti del consiglio di amministrazione del Calcio Napoli. Ma prima di entrare nel merito delle accuse a carico dei rispettivi indagati, conviene soffermarsi sul target delle perquisizioni eseguite dagli uomini del nucleo di polizia economico e finanziaria del generale Domenico Napolitano.
In sintesi, la Procura ha acquisito il contratto, ma anche tutto il flusso di contatti e comunicazioni tra il Napoli e il Lille (passando per mediatori o procuratori sportivi), a proposito del calciatore nigeriano; poi, si punta ad acquisire mail e comunicazioni che hanno riguardato anche quattro calciatori del Napoli, che sarebbero stati messi sul piatto di una trattativa per complessivi 70 milioni di euro. Inchiesta condotta dal pm Francesco De Falco e dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, chiara la ricostruzione dell’indagine, anche alla luce di una serie di passaggi istruttori messi a segno – sullo stesso terreno – dalla Procura di Lille. Ci sarebbero operazioni «fittizie», «inesistenti», che avrebbero gonfiato la compravendita, per garantire una evasione fiscale di oltre 4 milioni di euro. E al centro dell’inchiesta finiscono i cartellini di alcuni calciatori della Primavera del Napoli (che non sono indagati, ndr), che sarebbero stati sopravvalutati proprio per garantire una sovraffatturazione con tanto di scorporo dell’Iva. Ma andiamo a leggere il ragionamento della Procura di Napoli: sotto accusa, oltre al presidente De Laurentiis, i due vicepresidenti, vale a dire il figlio Eduardo De Laurentiis, la moglie del presidente Marie Jacqueline Baudit, la figlia del presidente Valentina De Laurentiis e Andrea Chiavelli (entrambi consiglieri delegati della cda), ritenuti responsabili di aver esposto fatti non corrispondenti al vero nel bilancio di esercizio della società sportiva del Calcio Napoli. Per dichiarazione fraudolenta è invece indagato, in qualità di rappresentante legale del club, solo il presidente Aurelio De Laurentiis.
C’è un punto in particolare da verificare: l’acquisizione di Victor Osimhen per l’imponibile complessivo di 71 milioni e 250mila euro, operazione che per gli inquirenti «è in parte oggettivamente inesistente per l’importo di 21 milioni e 250mila euro», sulla scorta di alcune plusvalenze fittizie per 19.947.363, che andrebbero ricondotte alla cessione alla società Lille dei cartellini di tre calciatori della primavera del Napoli, vale a dire Luigi Liguori, Claudio Manzi, Ciro Palmieri; e del portiere trentenne greco Orestis Karnezis (tutti e quattro non sono indagati, ndr). Capitoli che hanno spinto la Procura a ipotizzare l’accusa di falso in bilancio, sulla scorta di un’ipotesi di fondo: il passaggio di Osimhen al Napoli sarebbe stato garantito da quella che viene chiamata contropartita tecnica, offerta dai 4 calciatori del club azzurro, sul cui peso oggettivo la Procura di Napoli nutre non pochi dubbi. Diverso il ragionamento del club partenopeo, i cui vertici sono assistiti dal penalista napoletano Fabio Fulgeri, pronto a dimostrare la trasparenza delle operazioni di mercato culminate nell’acquisto dell’attaccante nigeriano: conti trasparenti, operazioni regolari, è la tesi difensiva. Stessa tensione investigativa da parte della Procura di Lille, che punta a fare chiarezza sui flussi economico-finanziari che hanno riguardato il contratto di Osimhen, seguendo decisamente la via dei soldi. In questo senso, il pm transalpino chiede riferimenti ai conti bancari coinvolti nelle transazioni, estratti conto e scritture contabili, che vanno a ritroso nel tempo, partendo dal contratto del nigeriano con la società Charleroi (i cui vertici non sono indagati, ndr). Ma restiamo all’inchiesta napoletana. Fino alla tarda serata di ieri, i finanzieri sono stati impegnati nelle attività di perquisizione e di sequestro nelle sedi del club azzurro. Sono stati acquisiti anche mail e contatti che hanno investito soggetti non indagati, oltre alle relazioni del collegio sindacale e della società di revisione sul bilancio (i cui professionisti non sono coinvolti dalle indagini, ndr), nel tentativo di chiarire tutti i passaggi legati all’arrivo a Napoli dell’attaccante di origine nigeriana.