Non hanno sentito le parole che avrebbero voluto sentire. Ma non ne hanno fatto un dramma. Almeno per il momento, il malumore e i cattivi pensieri vengono messi da parte in vista della Coppa Italia che in pochi giorni consumer il suo destino. L’incontro tra De Laurentiis e il Napoli stato breve, pacato ma senza le risposte che Insigne e company volevano ascoltare. Insomma, una fumata grigia tendente al nero. Gli stipendi restano ancora congelati – ieri nessun pagamento – ma il presidente ha promesso che subito dopo la gara con il Verona presenter il piano che ha in mente per le riduzioni salariali. Che, garantisce, non sar particolarmente pesante nonostante una situazione dei conti della societ che risentono della lunga sosta. Dunque, pagher ma non adesso, le mensilit accumulate a causa del lockdown del campionato.
De Laurentiis arriva a Castel Volturno attorno alle 11,30, a bordo di un van con i finestrini oscurati e accompagnato solo dal suo braccio destro, il fidato Andrea Chiavelli. Dentro, ad attenderli, il ds Giuntoli e il figlio Eduardo. La squadra è ancora in campo e il patron allunga lo sguardo per seguire da lontano le ultime fasi della seduta. Attorno alle 12,40 inizia la riunione, con Gattuso, la squadra, l’intero staff tecnico e anche quello dei collaboratori. Il tema centrale, per tutti è quello dello stipendio. De Laurentiis inizia il suo discorso parlando della situazione del calcio italiano che è in piena crisi economica. Ritornare a giocare, dice, era l’unica strada per limitare i danni. Dice che tutti devono stare sereni, perché lui pagherà gli arretrati accumulati. Ma lascia intendere che, in ogni caso, chiederà una piccola partecipazione alle perdite. In che misura? Non lo quantifica, non entra nello specifico. Resta nel vago. L’idea della squadra è che si possa chiudere tagliando una mensilità. Ma c’è chi spera persino in qualcosa in meno. Ma nei dettagli non si è entrato. E questo, a molti dei giocatori, non è andato giù: una trattativa vera e propria sui tagli non è stata ripresa. A tre giorni dalla Coppa Italia c’è chi si aspettava qualche certezza in più. De Laurentiis, invece, dà appuntamento a dopo la gara con il Verona, diciamo tra il 25 e il 26 giugno. I leader del gruppo abbozzano, dissimulano, scrollano le spalle: capiscono che c’è ben poco da ribattere. Ascoltano. De Laurentiis parla poi della Coppa Italia, come obiettivo di prestigio per la società, dice di essere certo che il Napoli è una squadra forte che conquisterà la finalissima del 17 giugno e ringrazia i calciatori, lo staff medico e quello tecnico per la professionalità mostrata in questi mesi di stop. Dopo poco più di 30 minuti, il discorso termina e De Laurentiis si sposta nel suo ufficio per una serie di incombenze amministrative. Prima di lasciare il centro tecnico, poco prima delle 14,30.
Non era quello il posto, né il momento, per parlare di rinnovi. Ci sono gli avvocati e i manager per questo tipo di discussione. Per il nuovo contratto con Gattuso, d’altronde, c’è ancora tempo: accordo non in salita, ma comunque i nodi non sono pochi. Mendes, l’agente di Ringhio, ha spiegato che tutte quelle clausole, penali, opzioni che De Laurentiis vorrebbe inserire non piacciono a Gattuso. Le ha accettate a dicembre, ma non sono di suo gradimento. Insomma, c’è da trattare. Con Callejon discorso chiuso: lo spagnolo è indeciso tra Valencia (che è nettamente in pole) e Siviglia e offerte di rinnovo non ce ne sono. Ma ha ribadito che non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro: nei prossimi 40 giorni darà il massimo per il Napoli, Gattuso e per i tifosi che dal 2013 sono incantati dalla sua professionalità. Confermato, intanto, per domani l’allenamento pomeridiano allo stadio San Paolo, ovviamente a porte chiuse, e subito dopo il ritiro, inedito, al Britannique Hilton.