(Italiano) Higuain, l’ex dal dente avvelenato al «suo» Napoli ha dato 5 schiaffi


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Il fatto che Aurelio De Laurentiis non sia solito presenziare alle gare in trasferta del Napoli, sarà certamente uno stimolo in meno. Non è un mistero, infatti, che tra lui e Gonzalo Hioguain non scorra il sangue migliore del mondo. Chissà, vuoi vedere che questa volta il Pipita si risparmierà la solita prestazione da guastafeste che un anno fa gli è valso il nome di “core ‘ngrato”, proprio come successo in passato per Altafini.

Di sicuro il rapporto tra Higuain, Napoli e i napoletani è di quelli che non può passare sotto silenzio. Perché in azzurro il Pipita ha vissuto tre stagioni da protagonista assoluto, regalando gol e spettacolo come al San Paolo non se ne vedeva da tanto tempo. Su tutti c’è quel record di 36 reti nel campionato 2015-16 (il primo e unico sotto la gestione Sarri) che gli è valso il titolo di capocannoniere e di miglior marcatore nella storia della serie A. Cose che difficilmente puoi dimenticare, soprattutto se di mestiere fai l’attaccante ed il gol è la tua unica ragione di vita. Napoli gli ha dato tanto, anzi tantissimo. Un amore viscerale che si è poi trasformato in delusione e amarezza dopo quella mattina di luglio del 2016, quando fece sapere al mondo del suo tradimento in favore della maglia bianconera.
I napoletani lo avevano già perdonato una volta. Quando – una stagione prima – aveva spedito alle stelle il calcio di rigore che all’ultima giornata del campionato poteva consegnare al Napoli l’accesso ai preliminari di Champions. Roba che se fosse capitato a un altro ne avrebbero chiesto prontamente la testa in pubblica piazza. E invece no. I tifosi azzurri hanno saputo perdonare e riabbracciare l’argentino che l’anno dopo si è riscattato con il record di gol e un secondo posto in campionato che significava Champions sì, ma addirittura diretta. Senza passare per il faticoso setaccio dei preliminari. Eppure quella (2015-16) è stata la prima grande annata della delusione per il Pipita. Perché lui nello scudetto ci credeva per davvero. Dopo anni di “voglio ma non posso” sotto la gestione Benitez, con Sarri aveva cullato il sogno del tricolore. Un sogno che si è rivelato incubo prima nella notte dello Stadium quando Zaza diede ai napoletani quel pizzicotto con il quale farli svegliare dal sonno, e poi a Udine, quando preso dalla rabbia di una Juve e uno scudetto che scappavano da soli, gli saltarono i nervi al punto tale da beccarsi un russo e tre giornate di squalifica.

C’è chi pensa che l’idillio tra Higuain e il Napoli sia finito in quel freddo pomeriggio friulano. Una giornata nella quale devono essergli passate davanti tante immagini, in un film che va veloce come se qualcuno stesse premendo il tasto “avanza” sul telecomando. L’arrivo da Madrid in quel ritiro di Dimaro dove tutti lo aspettavano ma in pochissimi lo hanno visto. Il tuffo a Capri che gli costò 8 punti, non in classifica ma sul mento. Le lacrime per l’eliminazione dalla Champions dopo la vittoria (inutile) contro l’Arsenal al San Paolo, forse una delle serate più amare nella carriera dell’attaccante. Poi ancora, le prodezze balistiche e quei gol da cineteca che hanno incantato il San Paolo e gli stadi di tutta Italia e tutta Europa. Il numero 9, che dopo di lui in azzurro non ha voluto prendere più nessuno. Le serate e i sorrisi con Martens, Ghoulam e tutti quelli che nei tre anni napoletani sono diventati i suoi amici del cuore. Insomma, di tutto un po’. Senza sapere che proprio quell’anno, con una rovesciata da fotografia, sarebbe entrato addirittura nella storia superando Nordahl come miglior marcatore della serie A.

Tutte cose che inevitabilmente avrà messo sulla bilancia quando ha scelto di rispondere sì alla chiamata da parte della Juventus nell’arco di un’estate torrida caratterizzata dall’amarezza per la finale del Mondiale sfumata con la maglia dell’Argentina che lo ha convinto definitivamente a scegliere il bianconero con l’obiettivo di provare a vincere. Perché quello che più di tutti lo preoccupava a Napoli era il rischio di restare ancora a secco. Doppia beffa per lui che sia in estate (con Mascherano) che a gennaio del 2015 (con Perotti) si era speso tanto nel tentativo di portare in azzurri i giocatori in grado di far fare il salto di qualità definitivo alla squadra. Ma niente. Ed è lì che il suo rapporto con De Laurentiis ha iniziato a scricchiolare fino a creparsi definitivamente.

Quando l’hanno scorso ha segnato per la prima volta contro il suo Napoli (allo Juventus Stadium), non ha esultato, quasi come a chiudere scusa per il gol e per il tradimento. Ma quando l’episodio di è ripetuto al San Paolo in occasione della gara di ritorno della semifinale di coppa Italia. E questa volta l’esultanza c’è stata eccome. Con tanto di messaggio diretto al presidente azzurro “Es tu colpa”, indicandolo in tribuna.

Ad oggi lo score personale di Higuain contro il il Napoli è di 5 reti in 5 partite, tre vittorie un pareggio e una sconfitta. Ha segnato (e vinto) anche un girone fa, quando con una sua rete ha deciso il match di andata del San Paolo che ha ufficialmente aperto la rimonta dei bianconeri in campionato. Ora è tempo di rivincite. Per lui, per la Juventus e per il Napoli. Con o senza De Laurentiis in tribuna, per il Pipita non potrà mai essere una partita come le altre.

From: Il Mattino.

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