«La squadra è solida e consapevole del buon momento che attraversa», così Pep Guardiola definiva lo stato attuale del Manchester City pochi minuti dopo la schiacciante vittoria contro lo Stoke City. Il tecnico catalano, che si è prodigato in una serie di elogi verso il Napoli di Sarri, ha fatto capire che i suoi sono coscienti delle loro potenzialità, anche se ha glissato quando gli è stato chiesto se il City fosse tra le migliori squadre del momento.
Il giorno dopo lo show contro lo Stoke nella parte blue moon della città si respira un’aria tranquilla, quasi di apparente superiorità. I tifosi citizens sono sicuri del valore dei loro uomini, una pletora di individualità finalmente plasmata come una vera squadra, un collettivo solido grazie al lavoro del tecnico iberico, il quale non vede l’ora di sfidare Sarri ma vorrà fare bottino pieno davanti a un pubblico di casa «che invito a venire in massa martedì per godere di questo grande spettacolo tra due squadre che hanno la stessa idea di calcio» come ha ribadito sabato.
Guardiola sembra aver trovato la quadratura del cerchio, rispolverando il 4-3-3 che tanto lo ha premiato in gioco e risultati al Barcellona, anche perché obbligato dalla scelta di fare a meno di Sergio Aguero, infortunato. L’argentino si è allenato tutta la settimana scorsa e sabato è entrato nella lista dei convocati, anche se non ha sudato che durante i pochi minuti di un riscaldamento fine a sé stesso, visto che non ha effettuato l’ingresso in campo.
I più ottimistici pensano ad un suo impiego contro il Napoli, forse a partita in corso, anche perché nel ruolo di centravanti Gabriel Jesús vive un momento di forma eccellente e Sané e Sterling sono due esterni ideali per dar fastidio sulle fasce a Hysaj e Ghoulam. Ciò che è sicuro è che il numero 10 del City sarà tra i convocati di martedì. L’Etihad intero lo ha acclamato e applaudito mentre trotterellava a bordo campo e si godeva lo spettacolo di quella che probabilmente è la migliore squadra del momento, non solamente per una mera questione di ma soprattutto per la vibrante possenza offensiva e la creatività del suo centrocampo, dove Silva e De Bruyne dettano i tempi dell’azione un po’ come Xavi e Iniesta lo facevano al Barcellona di Pep.
La sensazione, tuttavia, è che sia Guardiola sia l’ambiente rispettino e non poco il Napoli. Le manie di grandezza e l’arroganza da despoti non fanno parte dell’indole del City, che deve ancora dimostrare con continuità di essere una squadra potente e affermata e che ha comunque sofferto per battere lo Shaktar in casa. Quello che da tutti gli addetti ai lavori viene considerato come lo scontro più arduo del girone è stato preparato in modo maniacale da Guardiola, che oltre a tenere a riposo Aguero ha dato fiato a Gabriel Jesus, Fernandinho e De Bruyne, tre uomini chiave del suo gioco. Il dominio del centrocampo, da sempre un’ossessione per l’allenatore spagnolo, sarà fondamentale nell’economia dell’incontro di domani, e chissà che anche Gundogan, rientrato da poco dopo il grave infortunio al ginocchio e in campo ieri per 24 minuti, possa essere un’opzione da tenere in mente. Da sempre profeta dell’umiltà e della calma, Guardiola evita di accendere fuochi di eccessiva euforia attorno alla sua squadra.
L’incontro di domani sarà fondamentale per la qualificazione, ma non decisivo. Sta di fatto che giocare nel teatro dell’Etihad è un punto a favore. Composto ma caldo, il pubblico di casa si è abituato a spettacoli pirotecnici. E non c’è dubbio che la sfida con gli azzurri sarà degna di fuochi d’artificio che illumineranno a giorno la zona circostante.
From: Il Mattino.