(Italiano) Il Napoli e il 4-3-3 avanti tutta e ora il trequartista può attendere


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In prospettiva esiste un solo punto di domanda, dopo la notte vincente con la Lazio. Ed è quello legato allo schema d’attacco: questo Napoli lo avrà un trequartista o no? Raspadori, ovvio, ma in quali occasioni? Con la bellissima utopia di Osimhen, Lozano, Kvara insieme? E dove mettere Zielinski in questa sarabanda? Spalletti ora ha pochi dubbi. Con il Lecce ha osato, ha fatto la cosa che in quel momento ha ritenuto più giusta e ha fatto bene: ha provato a capire se ci fosse un duttilità in questo Napoli e se ci fossero già margini per orientarsi verso un modulo differente a quello che questa squadra ha nel suo dna.

La risposta è nota. Senza Lobotka è un altro Napoli, è lui la chiave di ogni cosa, il motore del centrocampo. Era chiaro già da questa estate che il progetto era orientato verso il ritorno al 4-3-3 e che contro il Liverpool ci saranno pochi dubbi sull’organizzazione tattica iniziale. Il punto è che questo Napoli dell’anno zero, dovrà orientarsi verso una squadra di titolari se non di titolarissimi. Finora, a parte con il Lecce, per Spalletti non è stato mai come risolvere il cubo di Rubik. Idea di base e pochi cambi. Ha fatto giocare tutti, praticamente, tranne Juan Jesus e Sirigu. Tra due giorni, in Champions, tornerà la squadra dell’Olimpico, con una sola eccezione: Politano al posto di Lozano che solo oggi si sapranno le sue condizioni per il trauma cranico.

C’è un vecchio adagio nel calcio che dice: conta chi finisce, non chi inizia. Perché il gol-vittoria può arrivare anche al 90′. Ma ora le scelte del Napoli sono nette, il canovaccio è scritto. Con il Lecce, Spalletti. E andata male e tutti glielo hanno fatto notare. È tornato sulla vecchia via (da lui, in ogni caso, disegnata) con la Lazio e di nuovo applausi. Dovrà tornare a ruotare anche con lo Spezia, sabato prossimo, perché non si può pensare che Di Lorenzo, Kim e Meret non si fermino mai. Poi, dopo cinque gare ci sono Anguissa e Osimhen che hanno giocato rispettivamente 445 minuti e 425 minuti. Il turnover, insomma, non li ha mai riguardati. L’uso di Raspadori largo a sinistra con la Lazio, potrebbe essere un segnale: in quel momento c’era Elmas dietro Osimhen, ma mister 35 milioni di euro deve prima o poi trovare lo spazio per poter giocare. Se la strada giusta sembra essere, per ora, il 4-3-3 (inutile cambiare, o no?) sia pure della sua mutevolezza in campo (ovvio che in fase di possesso diventi un 4-4-1-1 ma anche un 4-2-4 e così via), resta da capire quando Luciano dovrà provare a cambiare qualcosa. Ovvio nella prima di Champions i dubbi sono pochi: basta prendere la squadra che ha vinto con la Lazio e mettere Politano al posto di Lozano e i giochi sono fatti. Ma Spalletti sa bene che questa non può essere l’unica strada. Con la Lazio ci sono stati attimi in cui ha rischiato di uscire dalla partita e non tornarci più. Ha penato nel primo tempo, fino a quando Kvara ha usato la matita rossa e blu per segnare con righe spesse così gli errori della difesa avversaria. Implacabile, nonostante sia dentro il Napoli da meno di due mesi, un ossesso capace di sfondare il cuore dei tifosi.

Per tirar fuori una prestazione lineare o equilibrata a centrocampo, finora, bisogna affidarsi al trio Anguissa, Lobotka e Zielinski: al polacco è bastato fare qualche passo indietro per ritrovarsi. Le scelte sono ampie, ma solo sulla carta: Spalletti ha forse avuto troppa fretta, ma evidente che Olivera, Ostigard e lo stesso Raspadori sono già pronti per una maglia da titolare. Ma forse ora c’è una leggera allergia al trequartista da parte di questa squadra. Almeno fino alla prima sosta, Spalletti ruoterà ancora ma senza mutare più di tanto e senza iniziare con il 4-2-3-1. Ha il merito, Lucianone, di aver trovato la quadra in queste cinque partite: alla quarta, quando ha piazzato fin da subito Ndombele e il trequartista, non è andata bene. E la lezione è ben chiara. I ritmi sono forsennati e non c’è spazio per la fase sperimentale, prima però c’è da scavare il fosso dalle rivali. Intanto c’è il Liverpool, dove si rischiano le vertigini da sindrome di Stendhal per i campioni che schiera Klopp. Ieri giornata di riposo, da stamane sarà una full immersion, tra video e allenamenti.
 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_4_3_3_liverpool_modulo-6908556.html

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