(Italiano) Illumina solo Jorginho, Immobile e Gabbiadini deludono


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sv Buffon. Ammonisce, rimprovera, incita, sovrasta il ct sul palco dei panegirici. Beffato a Solna dalla deviazione di De Rossi sul non-tiro di Johansson (dopo avere rintuzzato un doppio tentativo di Berg e Toivonen). Punta al sesto Mondiale e annuncia: «Ribaltiamoli». Non deve fare una sola parata. Lo 0-0 manda avanti la Svezia. Ribaltato.

6 Barzagli. Il vecchio guerriero (36 anni) sempre in piedi. Corazzato dall’esperienza, sorretto da un forte orgoglio, non si sottrae ai rudi scontri con Berg e Toivonen. Ammonito (22′), non se ne fa condizionare. Forsberg spinge poco sul suo lato e può gestire meglio la fase difensiva non eccellente a Solna. Sempre attento in copertura. Ma non c’è miracolo.

6 Bonucci. Uomo mascherato per il naso colpito venerdì da Berg, il difensore che dava la fronte a Rizzoli prende un colpo a un ginocchio (28′), stringe i denti, non vuole uscire, protagonista di duelli rusticani con Toivonen (entrambi 1,90). Va a sfiorare il gol di testa (43′). Nella ripresa getta la maschera, guerriero a viso aperto. Ma difendere non basta.

6 Chiellini. In difficoltà a Solna, costretto a fare da regista arretrato per la liquefazione del centrocampo, allungando pallacce avanti, stavolta gioca meglio. Ammonito in avvio, continua a fare il guerriero. Un tiro in porta (57′), parato. Può spingersi in avanti nel finale quando la Svezia rinuncia a Toivonen per un centrocampista (Thelin).

5,5 Candreva. L’uomo dei cross contro la difesa svedese che andrebbe attaccata palla a terra, risucchiato all’indietro nel match di andata, spinge in continuazione giocando una gran quantità di palloni, ma non sfonda mai. Gran conclusione nella ripresa deviata in corner. Molto impegno, molte puntate, ma scarsa lucidità. Esce, sostituito da Bernardeschi (77′).

 

6,5 Florenzi. Ultima partita in azzurro un anno fa a Torino contro la Spagna (1-1). Eclettico, generosissimo, dotato di un buon tiro, conclude al 44′ e Olsen salva di piede, sfiorando il gol in avvio di ripresa. E’ il più offensivo dei centrocampisti. Spinge molto nel finale giocando sulla destra. Cerca disperatamente il tiro risolutore, ma non trova più il varco.

7 Jorginho. Non serviva al disegno tattico di Ventura, titolare a sorpresa per l’assenza di Verratti (squalificato) e della barba di De Rossi dopo il flop dell’andata. 27′ con Conte in due amichevoli. Partita sontuosa, efficace, vera luce a centrocampo, due palle-gol servite a Immobile, magnifici recuperi in difesa. Gran tiro nel finale, fuori.

5 Parolo. Stordito da Forsberg all’andata, non eccelle neanche a Milano. Mira alta dal limite (41′), occasione da gol. Gioca sul centrodestra, lasciando l’altro lato a Florenzi. Meno incisivo del romano, galleggia nel match. Più attivo nel finale ed ha la palla buona per segnare, ma non trova la porta.

5,5 Darmian. Il migliore a Solna, col palo sul quale si infranse il pari dell’Italia, passa dal bolognese Krafth a Lustig, il difensore col mitra. Perdonato per un tocco col braccio nell’area di Buffon. Continuamente in proiezione offensiva, non riesce a mettere buoni cross nell’area svedese. Lascia il posto ad El Shaarawy (63′).

5 Immobile. Avrebbe bisogno di un partner di movimento, ma Ventura opta ancora per il doppio centravanti che non ha mai funzionato. Due volte invitato al gol dalle imbucate di Jorginho. Una volta salta il portiere, ma Grandqvist salva davanti alla linea di porta. Nervoso nel finale convulso.

5 Gabbiadini. Accantonato Eder, indisponibile Zaza, rientra titolare l’attaccante che non aveva spazio nel Napoli e che, con lo stesso Ventura, è stato solo un semplice rincalzo con 42′ di gioco. Coppia inedita con Immobile. Augustinsson lo stende in area (7′), ma non ottiene il rigore. In eclissi col passare dei minuti, esce al 63′.

5,5 El Shaarawy. Dal 63′ al posto di Darmian nella mezz’ora finale alla ricerca della qualificazione. Subito toccato duro da Lustig. Entra bene in partita e all’87’ impegna severamente Olsen con un gran tiro che avrebbe mandato l’Italia ai supplementari. Niente da fare. L’Italia è eliminata.

5 Belotti. Sostituisce Gabbiadini al 63′ nell’Italia super-offensiva inchiodata sullo zero a zero. Non è in buone condizioni, ma Ventura gli affida l’assalto finale. Può fare poco contro la serratissima difesa svedese. Rasoiata nel finale che esce di poco oltre il palo lontano. Neppure col suo pupillo Ventura riesce a vincere.

5 Bernardeschi. Un’altra bocca di fuoco per smontare lo 0-0 che la Svezia difende in massa. Entra al posto di Candreva (77′). Non trova lo spazio per concludere, la difesa svedese è chiusissima. Ammonito nel finale. La Svezia, tutta dietro la linea della palla, non concede un metro a protezione della porta di Olsen.

5 Ventura. Mamma mia, passa la Svezia. Nella partita della vita schiera una squadra discussa e discutibile, ma ottiene almeno una prova generosa da tutti gli azzurri. Non è bastato. Ha tentato di innovare col suo libidinoso 4-2-4 (54 convocati, 14 esordienti, 39 giocatori utilizzati), non ha avuto qualità a disposizione ereditando da Conte una nazionale vecchia con gli imprescindibili draghi della Juve, ma ci ha messo anche del suo nel confondere le acque, la tattica e la squadra. Ripiegando sul 3-5-2, con giocatori già appagati e con i senatori che hanno dettato legge e modulo di gioco, non ha avuto la personalità forte per creare un gruppo compatto a lui devoto. Un uomo solo al comando di niente.

 

From: Il Mattino.

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