Il cammino del Napoli in Champions League si è complicato non poco, soprattutto in virtù della vittoria in Olanda dello Shakhtar e a causa della prima sconfitta in Ucraina. Perdere a Manchester è lecito ed era preventivabile già in sede di sorteggio. Farlo ben figurando per quasi un’ora di gioco lo è maggior ragione. Gli azzurri sono ancora padroni del proprio destino e per essere sicuri di andare avanti in Champions avranno bisogno di 3 vittorie e dunque di un percorso netto, complicato e dispendioso. Dopo la sconfitta di Kharkiv cominciò a balenare nella testa di molti che il Napoli avesse fatto del campionato una priorità a discapito della Champions. L’idea pareva un po’ forzata, ma il dubbio è stato consolidato e quasi definitivamente chiarito dalle dichiarazioni di De Laurentiis prima e Sarri poi nel pre-partita dell’Etihad.
L’EQUIVOCO – Bisogna mettersi d’accordo: non possiamo asserire che Sarri abbia sbagliato con Insigne, facendolo giocare troppo e che contemporaneamente abbia sbagliato con Allan, perché dovrebbe giocare sempre. Il pragmatismo del tecnico può risultare impopolare e sminuire una competizione come la Champions non sarebbe una mossa da grande club. Tuttavia se adesso neanche Zielinski, considerato il giocatore di maggiore qualità tra le alternative, può giocare in luogo di Allan senza che qualcuno gridi al turnover scellerato, allora siamo costretti a chiedercelo: il Napoli ha la rosa per andare avanti su tre fronti? Probabilmente no, a questo punto. O almeno, dipende dagli obiettivi. Se a questa squadra viene chiesto semplicemente di giocarsela, come negli ultimi anni, allora si. Se a questa squadra chiediamo invece di vincere lo scudetto, cioè di toccare quota 90 punti e quindi la perfezione, evidentemente no, e la Champions potrebbe assumere sempre più i connotati di un lusso non alla portata. A De Laurentiis, che aveva chiesto qualche cambio con il City per far riposare qualcuno in chiave Inter, evidentemente va bene così. Il primo grande dazio il Napoli si troverà a pagarlo sabato. Se Insigne non dovesse farcela, allora toccherà a uno tra Giaccherini ed Ounas. Il primo un signor giocatore che ha credito e stima da parte di tutto il movimento calcistico italiano per quello che ha datto in primis alla nazionale, il secondo un giovane di belle speranze ed ottime qualità, intraviste anche nell’ultimo quarto d’ora contro il City. Nessuno dei due però può soltanto pensare di colmare il vuoto che lascerebbe Insigne in una partita del genere. A Sarri, ancora una volta, il compito di dover andare oltre gli uomini, come negli anni ha già dovuto fare con la cessione di Higuain ed il primo infortunio di Milik. Forse però, qualche uomo in più in estate avrebbe potuto fargli comodo.
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