La Juventus a Bergamo perde la testa (della classifica), scalzata dopo 40 giornate in vetta al campionato dal super Napoli di Sarri. Un passaggio di consegne che spalanca nuovi scenari. «Il campionato è lungo twitta Allegri e guardare la classifica ora serve a poco. Bisogna evitare nervosismo e frenesia, che rischiano di costare caro». Di sicuro sono costati 2 punti a Bergamo. Il pareggio contro l’Atalanta è un primo campanello di allarme; preoccupa il calo a livello mentale nel finale di una partita ampiamente dominata nel primo tempo, e improvvisamente riaperta nel momento in cui la Juve doveva provare a chiuderla. Preoccupano soprattutto i difetti già evidenziati nel precampionato e ancora irrisolti. La difesa da sempre punto di forza della Juve si è riscoperta vulnerabile senza Bonucci e Dani Alves, Rugani e Benatia non si sono ancora conquistati i gradi da titolare, Allegri al momento non ha trovato l’assetto definitivo.
LE CIFRE
Lo ha dimostrato con un turnover massiccio, cambiando addirittura 5 giocatori su 5 tra Fiorentina e Torino, a tre giorni di distanza, lo confermano le statistiche: la Juve ha subìto gol in tutte le trasferte stagionali, per un totale di 11 reti. Decisamente troppi per chi ha obiettivi ambiziosi, mentre lo Stadium si conferma un fortino con 0 gol incassati. Il primo rigore sbagliato in serie A da Dybala (su 14 calciati) coincide con la riscossa dell’Atalanta, da quando è sulla panchina bianconera in campionato Allegri non aveva mai incassato una rimonta da 0-2 a 2-2. Higuain è tornato decisivo con 2 reti in altrettante partite, ma non è salito sull’aereo che ha portato a Buenos Aires Dybala e Gomez, non convocato dall’Argentina nonostante l’infortunio di Aguero per quello che potrebbe essere l’addio definitivo alla Seleccion. Si riparte dopo la sosta contro la Lazio, test impegnativo per vendicare il 3-2 della Supercoppa e vedere all’opera Simone Inzaghi, uno che alla Juve piace parecchio e non da ieri.
From: Il Mattino.