Saranno una ventina di giorni decisamente pesantucci, tra il viaggio nella periferia dell’Europa dell’Est, quasi al confine con la Russia, e quattro trasferte su sette gare. Il Napoli si ritrova domani pomeriggio a Castel Volturno, dopo che Sarri ha saggiamente lasciato liberi i giocatori non impegnati con le nazionali per qualche giorno di relax. Il secondo tour de force della stagione, dopo quello iniziato a Ferragosto, comincerà mercoledì, quando tutti torneranno a essere a disposizione del tecnico toscano e si comincerà a parlare di tattiche. Il muro di settembre è già da togliere il respiro.
Con qualche tonnellata di pressione addosso, il Napoli sa bene di essere al centro di tutto, mentre domenica inizia il ciclo: sette partite in ventuno giorni, dal Bologna al Dall’Ara al Cagliari al San Paolo il primo ottobre. Prima del secondo stop della serie A. E nel mezzo, lo Shakthar, il Benevento, la Lazio, la Spal e il Feyenoord. Nessun avversario impossibile ed è per questo che la logica, la ragion di stato e l’obbligo di amministrare le energie suggerirebbero l’ovvia considerazione: contro il Bologna è possibile già vedere qualche variazione sul tema «titolarissimi», pronti poi a riapparire in grande stile in occasione dell’esordio nella fase a gironi di Champions.
Chiaro, che si tratta solo di ipotesi e non si fanno i conti con Sarri e con la sua mentalità: il gioco si fa serio, le sfide con il Nizza sono state solo il prologo a una violenta accelerazione della stagione agonistica che vedrà il Napoli impegnato da domenica praticamente ogni 72 ore. Un tour de force irto di insidie: un passaggio che impone una gestione programmata delle forze, cercando di garantire efficienza e, possibilmente, far crescere in fretta la qualità e l’affidabilità del gruppo. Dunque, abituiamoci a vedere in alternanza in campo Diawara e Jorginho, Zielinski e Allan, Chiriches e Albiol, Rui e Ghoulam. E perché no? Anche Sepe avrà delle chance e pure Rog sembra in rampa di lancio. E non dovranno necessariamente attendere la Coppa Italia per giocare titolari.
Rispetto al passato, il turnover di Sarri sarà più «scientifico»: i segnali sono già arrivati in queste prime quattro apparizioni stagionali dove hanno giocato già quasi tutti e sono andati a segno ben nove marcatori differenti. Il lavoro non manca a Sarri: ha gli uomini giusti per il suo calcio, e ha forgiato a martellate l’anima di una banda che in alcuni momenti sembra letteralmente pendere dalle sue labbra. I frutti di questa educazione sono sotto gli occhi di tutti. Sarri sta lavorando con insistenza su Rog, Maksimovic, Mario Rui e Ounas: li vuole in linea con gli altri il prima possibile. Ha fretta, non vuole correre rischi: è contento dei passi avanti di Diawara che a Verona ha dato subito ordine alla fonte del gioco e trasmesso una cattiveria agonistica che prima gli mancava. Chiriches, al Bentegodi, ha dato il suo contributo a intonacare una difesa che faceva spifferi da tutte le parti.
Già, la difesa. Lavori forzati per tutti, in questi ultimi giorni. Anche per i centrocampisti: esercitazioni particolari per evitare di ripetere gli errori commessi in questi mesi e che hanno condizionato il cammino in campionato. Rog viene considerato completamente ambientato e la prova con l’Atalanta ha mostrato come il croato abbia già raffinato l’intesa. Le variabili di lusso come Milik possono far paura. Insomma, l’apnea inizia domenica sera alle 20,45, con Bologna-Napoli, posticipo della terza giornata di andata. Apnea vera, una ogni tre giorni e mezzo: un massacro, per chi le giocherà. Dal punto di vista atletico e psicologico. Domani vanno verificate le condizioni di Jorginho che già contro l’Atalanta ha rimediato una dolorosa botta alla caviglia.
From: Il Mattino.