Nonostante il divorzo a dicembre scorso il rapporto tra De Laurentiis e Carlo è sempre buono
Il tempo, si sa, è un galantuomo, e ha lenito le ferite: centotrentotto giorni sono volati via, sembra persino sia passata un’eternità, e adesso è un’altra vita, per entrambi – verrebbe da dire per chiunque – nelle quali non ci sono scorie del passato, né rancore, che non è mai comparso in questa storia che sa anche di calcio. E a quattro mesi di distanza da quella notte, quella tra il 10 e l’11 dicembre, e da un esonero che però, umanamente, non ha mai rappresentato uno strappo, val la pena di andarsi a leggere ciò che venne a scritto a «margine» – si fa per dire – di una decisione sofferta in quel comunicato quasi irrituale. «Rimangono intatti i rapporti di amicizia, stima e rispetto reciproco tra la Società, il suo presidente Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti». E’ stato davvero così e De Laurentiis e Ancelotti hanno già avuto modo di parlarsi, anche ripetutamente, di dialogare di arte varia e anche di affari, per esempio di Allan, argomento di amabile discussione dello scorso gennaio.
Affare impossibile all’epoca, realizzabile in futuro, quando accadrà che si tornerà nella normalità e il calcio (con il mercato) finirà per diventare elemento per chiacchierare un po’. Allan continua a piacere ad Ancelotti, che non ha mai smesso di ritenere il brasiliano un riferimento di un centrocampo ideale; e Lozano continua a rappresentare l’identikit per allestire una squadra che abbia corsa e sappia sfruttare gli spazi, allargare il campo, esibire potenza atletica e fantasia. Allan più Lozano fanno – assieme a una robusta dose di milioni come conguaglio a margine, diciamo così – Moise Kean, in una giostra che, quando si rimetterà in moto, potrebbe rappresentare un affare da valutare (complessivamente) centocinquanta milioni di euro. Liverpool (sponda Everton) calling.