(Italiano) La Grande Bellezza di mister Sarri e quegli undici tocchi di felicità


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«Il bacio» di Francesco Hayez è manifesto del
romanticismo italiano. «Impressione, levar del sole» di
Monet è il manifesto dell’Impressionismo. «Il gol
del 3-0 del Napoli a Cagliari» è il manifesto del
gioco di Sarri. Rigorosamente in ordine cronologico: 1859, 1872,
2018. Eppure ci sono degli evidentissimi punti in comune tra quelle
che a tutti gli effetti possono essere definite vere e proprie
opere d’arte. Perché se su tanti argomenti
l’allenatore del Napoli divide l’Italia, sull’aspetto
estetico del suo gioco mette tutti d’accordo. D’altra parte
la rete di Hamsik contro il Cagliari è uno spot per il
calcio e un’esaltazione della bellezza. Undici tocchi con
altrettanti giocatori diversi, qualcosa di mai visto prima.
Qualcosa di unico, che lo stesso Sarri ha saputo commentare solo
con una battuta. «Peccato che non l’abbia toccata anche
io». L’artista che riconosce la sua opera e che ne
è veramente fiero. Anche se «qualcosa va sempre
migliorato», il Napoli visto alla Sardegna Arena ha toccato
apici di bellezza più unici che rari. «Il Napoli sta
vivendo una nuova dimensione, da Transavanguardia. Oggi grazie al
lavoro di Sarri, sinonimo di armonia di gruppo, finalmente la
città parla con il noi e non più con l’io»:
così all’Ansa Achille Bonito Oliva, critico d’arte e
appassionato della formazione partenopea.

Ma il gioco – al di là del gol in sé – è una
ricerca continua della perfezione. Lo si apprezza quando Mertens,
terminale offensivo della squadra, preferisce quasi sempre
l’appoggio per il compagno che si inserisce da dietro, al tiro
in porta. Rappresenta il vertice più alto della squadra, ma
non per questo l’unico terminale offensivo. Perché il
bello di questo Napoli sta proprio qui. I giocatori sanno sempre
cosa devono fare e quando farlo, dando la continua impressione di
non andare mai in affanno. Passaggi semplici, tocchi corti, anche a
pochi metri, ma tutti estremamente rapidi e precisi. Difficile
vedere un giocatore del Napoli che porta la palla per troppo
tempo.

Se lo permette Insigne, certo, perché lui la palla non la
tocca ma la accarezza. Con quei piedi lì potrebbe fare
qualunque cosa e diventerebbe d’ufficio patrimonio artistico.
Sarri lo sa e lo sanno anche i suoi compagni. Non è certo un
caso che il tocco decisivo prima del gol di Hamsik sia stato il
suo. Lorenzo che libera Marek: è qui la festa. La festa del
gol e dello spettacolo. La festa alla quale tutti vogliono entrare
e partecipare mettendoci la firma, o anche solo un tocco. Da Reina
a Mertens, da un capo all’altro, come un filo di panni stesi da
un palazzo all’altro nei vicoli di Napoli. Ogni passaggio una
molletta.

Adesso anche Maurizio Sarri entra di diritto nell’élite
dei grandissimi artisti moderni, e dopo il gol del 3-0 del Napoli a
Cagliari potrà presentare anche il suo personalissimo
manifesto.

From: Il Mattino.

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