L’unico napoletano del derby, sponda azzurra, è lui,
Insigne. Non uno qualsiasi, il simbolo della squadra, quello che
regala assist e disegna parabole magiche: Lorenzo in attacco crea
la superiorità, giocate mai banali e la capacità di
mandare un compagno in porta, soprattutto Mertens, come in
occasione del colpo del 3-1 contro il Bologna (sei gli assist in
questo campionato).
Insigne a caccia del primo gol del 2018, il gol numero 60 in
azzurro (finora 45 in campionato, 5 in coppa Italia e nove in
Europa) non segna in campionato da quattro partite: l’ultima
rete contro la Sampdoria al San Paolo nel rocambolesco 3-2.
Quest’anno ha segnato meno in campionato rispetto alla scorsa
stagione, cinque gol nelle prime 22 giornate (ha saltato solo la
partita contro la Fiorentina), dal derby di Benevento
proverà a dare un’accelerata anche in tal senso per
migliorare ulteriormente il livello delle sue prestazioni.
Lorenzo, il ragazzino prodigio della scuola calcio Olimpia
Sant’Arpino, che Peppe Santoro, l’allora responsabile del
settore giovanile azzurro individuò portandolo
nell’orbita Napoli è uno dei protagonisti più
attesi del derby contro il Benevento. Al «Ciro
Vigorito» giocò con la maglia del Foggia di Zeman nel
campionato di C1 2010-2011: Lorenzo non segnò e finì
con la vittoria 4-3 per i giallorossi, partita del primo maggio
2011. Erano gli anni in cui il Napoli cedeva il suo gioiellino del
settore giovanile in prestito per fargli accumulare esperienze
prima del grande salto in serie A: proprio l’anno in rossonero
(dopo la parentesi di sei mesi con la Cavese) con Zeman allenatore
(che poi ritrovò in B a Pescara) fu fondamentale per la sua
crescita. Sono passati quasi otto anni e adesso Insigne è il
pezzo più pregiato del Napoli, il giocatore dal più
alto valore di mercato (100 milioni), il fantasista intorno a cui
verrà costruita la nuova Italia dopo il fallimento con
Ventura e la mancata qualificazione ai Mondiali di giugno in
Russia. L’attaccante napoletano sarà oggi la maggiore
attrazione del derby, uno tra i protagonisti più
attesi.
Va a caccia di un gol storico e proverà a firmarlo nel derby
contro il Benevento, quest’anno la percentuale realizzata
è stata decisamente migliore in Champions League dove ha
segnato quattro reti in sette partite: in totale di gol ne ha
segnati dieci tenendo presente anche quello in coppa Italia
(decisivo) contro l’Udinese per il passaggio ai quarti di
finale. Contro il Bologna ci è andato vicino, soprattutto
con uno straordinario assolo nel primo tempo e un tiro fuori di un
soffio, ma la sua prestazione non è stata una di quelle al
top. Fuori casa l’ultimo acuto a Roma, una rete decisiva,
quella che regalò l’1-0 il 14 ottobre, cioè quasi
quattro mesi fa. Due i guizzi in trasferta, oltre che
all’Olimpico ha segnato a Ferrara nel successo per 3-2 sulla
Spal. Tre invece i gol al San Paolo, il primo proprio nel derby
contro il Benevento finito 6-0, mise a segno la seconda rete del
Napoli. Poi le altre due perle contro Milan e Samp.
From: Il Mattino.