(Italiano) Malcuit e quel vento d’Africa per la spinta sulla fascia azzurra


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«Libertè, egalitè e fraternitè». Vive la France, nel senso ampio del termine, perché Malcuit, il terzino destro l’ultimo arrivato in casa Napoli è un franco-marocchino, ovvero un figlio di immigrati di seconda generazione. In nome della integrazione. Nato in Francia ma con i genitori che arrivano da altrove: nel suo caso, il Marocco. Come Koulibaly (Senegal), Ghoulam (Algeria) e Ounas (pure lui Algeria). Nessuna sorpresa: non a caso la nazionale campione del mondo ha solo cinque «franco-francesi». Lo stesso idolo Mpabbé è nato nella banlieu parigina con i suoi genitori venuti dal Camerun.

LE VISITE MEDICHE
Ieri mattina le visite mediche a Villa Stuart: 27 anni, nato a Chatenay-Malabry ha le caratteristiche che vuole Ancelotti per l’esterno basso: ovvero saper giocare in posizione avanzata (d’altronde, ha iniziato da attaccante), saper allargare la squadra, muovere il pallone in ampiezza. Certo, non proprio la prima scelta di Ancelotti, visto che il Napoli è passato da Lainer ad Arias e Sabaly. Pagato 12 milioni, ha firmato un contratto con scadenza 2022 (con opzione per un altro anno) a 1,2 milioni di euro a stagione. Ieri a Roma indossava la maglia numero 13 di Beckham Jr. No, non un idolo calcistico, ma di football americano: gioca nei Giants. Di lui, imita pure il taglio e il biondo dei capelli. In nottata ha raggiunto San Gallo.

IL NO DI RANIERI
L’allenatore romano lo ha avuto al Monaco, nel 2012. Ma lo bocciò seccamente anche per un motivo: era un attaccante. E in quel ruolo i monegaschi erano al completo. E così Kevin pensa persino di lasciare il calcio. Va in terza serie nel Frejus Saint-Raphael. L’allenatore di quella squadra ha una intuizione: si chiama Estevan e gli dice che visto la bella corsa, meglio che si sposta sulla fascia. Non la prende bene perché chi sogna di far gol fatica ad allontanarsi dalla porta. Un anno dopo va in Ligue-2 al Niort. Due anni dopo approda nella prima divisione francese, al Saint-Etienne, dove colleziona 46 presenze. Infine il passaggio al Lilla dove l’anno scorso gioca 23 gare. Merito del loco Bielsa, che disegna un nuovo difensore, tant’è che entra persino nei pensieri, si dice, di Deschamps.
Nessun gol, ma 5 assist e secondo difensore del campionato per dribbling riusciti. In fase difensiva però ha più volte mostrato di avere dei limiti, cosa che in Francia può anche passare sotto-gamba ma su cui Ancelotti dovrà lavorare sodo. Non è escluso che già con il Wolfsburg, sabato prossimo possa giocare qualche minuto: d’altronde ha svolto l’intera preparazione estiva e quindi in termini di condizione dovrebbe stare assai bene.

CHE GENERAZIONE
Al di là delle strumentalizzazioni politiche e dei soliti clichés sul tema delle banlieues, i figli dei primi migranti, sul suolo francese (e, quindi, cittadini della République in tutto e per tutto, passaporto compreso) hanno cambiato il volto della Francia calcistica. Malcuit non ha mai giocato in nessuna nazionale, neppure il Marocco lo ha mai chiamato. Ma non avrebbe dubbi. Come i suoi compagni nel Napoli. Koulibaly ha scelto la terra d’origine dei suoi genitori ovvero il Senegal: nato a Saint-Dié, il difensore ha disputato anche diverse gare con la Francia Under 20 prima di decidere; e stesse cosa per Ghoulam, nato a Saint-Priest-en-Jarez, nella Loira, due presenze nell’under 21 transalpina prima di optare per l’Algeria. Più o meno stesso percorso di Ounas, che ha giocato due gare nell’Under 20 della Francia prima di scegliere l’Algeria. Il paradosso è che il giocatore con più presenze nella nazionale francese (142) è nato in Guadalupa: Lilian Thuram. Quando si dice il caso.
 

From: Il Mattino.

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