Tornano gli “Italian Sport Awards” e per una sera il grande calcio accende i riflettori su Castellammare. Tante premiazioni, una serata di gala con calciatori, allenatori, dirigenti, procuratori, che si sono radunati nella città delle acque per la manifestazione fortemente voluta da Donato Alfani, giunta alla decima edizione: «È un’emozione grande – queste le sue parole – Abbiamo avuto coraggio in un momento cosi difficile, con tutte le restrizioni, a voler fortemente ripetere a Castellammare gli “Awards”, e credo che la presenza di tanti ospiti di prestigio abbia ripagato gli forzi di questi mesi. Una grande squadra che mi ha affiancato, e con la quale abbiamo raggiunto un grandissimo risultato».
Dal presidente della Lega di serie B, Mauro Balata, al segretario Generale della Lega di serie C, Emanuele Paolucci, dall’ex allenatore della Salernitana, Fabrizio Castori, all’allenatore del Benevento, Fabio Caserta, fino a Salvatore Di Somma dell’Avellino, Mario Giuffredi procuratore di Politano e Di Lorenzo e Diego Armando Maradona Junior, tutti si sono dati appuntamento per commemorare la stagione 2020/21.
«La serie A – ha esordito Castori, tra i primi a giungere all’Hotel dei Congressi che ha ospitato la kermesse – è un campionato apertissimo, in cui il Napoli può sicuramente giocarsi il titolo fino in fondo. Questo è un momento difficile per la squadra di Spalletti, gli infortuni di Koulibaly e di Osimhen pesano tantissimo, ma sono certo che con tutta la rosa a disposizione gli azzurri saranno protagonisti. La sfida con il Barcellona potrà dare lustro ad una grande annata ed il passaggio del turno è tutt’altro che deciso. Spalletti mi piace molto, quando allenava a Roma andai anche a seguirne qualche allenamento. La lotta salvezza, invece, è tutt’altro che decisa, ricordo che con il Carpi girammo a dieci punti, alla fine chiudemmo a trentotto, tutto può ancora accadere».
Polemica aperta con il Napoli e De Laurentiis per Maradona Junior, che ha poi premiato Giuffredi che ha ritirato i premi per i calciatori del Napoli da lui rappresentati: «Insigne? È un grandissimo calciatore, un ragazzo napoletano, e un patrimonio del calcio che il Napoli non può e non deve perdere, ma fino a quando non si risolverà la questione del contratto non potrà essere quello che conosciamo. La colpa non è sua, la società dovrebbe fare un passo verso di lui. De Laurentiis? Non lo sento da molto, credo non gli sia piaciuto il fatto che non sono andato quando è stata scoperta la statua di papà. Ma io ho una faccia sola, e non potevo sedervi al fianco di una persona con cui io ed i miei fratelli abbiamo una causa in corso. Dispiace anche per il trattamento riservato a Dalma che sta girando un docufilm e le è stato negata la possibilità di accedere allo stadio che ne porta il nome. Questo mi sembra davvero assurdo. Al Napoli, in quanto squadra, non si può che augurare il meglio, spero che possa recuperare quanto prima i tanti infortunati per rimettersi in corsa alla pari delle altre e lottare fino alla fine per lo scudetto».
Sul problema delle assenze contemporanee si sofferma anche il procuratore, che parla pure di Mariano Parisi, domenica tra i protagonisti del successo dell’Empoli al Maradona: «Il Napoli in questo momento deve cercare di recuperare quanto prima i tanti infortunati per continuare ad essere protagonista insieme alle altre che oggi sono nei posti alti della classifica. Parisi? È un ragazzo dalle grandi qualità, tra i migliori giovani della serie A. Al Napoli? Sicuramente gli azzurri stanno monitorando tutti i giovani più promettenti della categoria, ma ha lo stesso ruolo di un altro mio assistito e non voglio ripetere certi errori, per cui dovremmo eventualmente dirottarlo altrove. Di Lorenzo? I fatti dicono che è uno dei migliori terzini d’Europa, per quanto sta facendo, per la continuità di rendimento. Mario Rui? Domenica è uscito con un affaticamento, speriamo possa recuperare per la gara con il Milan. Il futuro? Io ho sempre saputo che era un grande calciatore, a dispetto di certe critiche, ne parleremo insieme a fine campionato».
Il segretario della Lega di C, Paolucci pone ancora una volta l’accento sulla necessità della riforma dei campionati: «È una cosa di cui il presidente Ghirelli parla da tempo, serve una riforma che sia strutturale, di tutto il sistema calcio. C’è un divario troppo grande tra i vari campionati. La serie C è una fucina importante per il calcio italiano, e per questo va tutelata». Balata gli fa eco sul discorso dei giovani: «In serie B c’è la possibilità di valorizzare al meglio i giovani, quello di quest’anno è un campionato bellissimo, entusiasmante, e credo che ci sarà da divertirsi per i tifosi fino alla fine». Per i due dirigenti decisivo il ritorno del pubblico negli stadi: «Eravamo ormai stanchi dei silenzi, di stadi al limite del surreale, è tornato il calcio bello che conoscevamo».
Protagonista in serie B con il Benevento, Caserta torna a Castellammare a due anni dall’amara retrocessione con la Juve Stabia: «Per me resta sempre una ferita aperta – ricorda – Il Var? Quell’anno di episodi dubbi ce ne furono tanti, resta il rammarico per la retrocessione, ma va anche ricordato che prima del Covid era stata una stagione assolutamente da incorniciare. A Benevento ho trovato un grande ambiente, con il presidente Vigorito abbiamo dato il via ad un progetto che valorizzasse anche il settore giovanile. È un campionato apertissimo, fino alla fine ce la giocheremo un po’ tutte, e sono convinto che anche noi saremo tra le protagoniste».
Come Caserta, anche Massimo Rastelli ha intrapreso la sua carriera da allenatore con la Juve Stabia. Il tecnico si sofferma sul momento del Napoli: «Le assenze di tanti calciatori stanno pesando, la sconfitta di domenica non era assolutamente pronosticabile, ma sono convinto che con la rosa di nuovo a disposizione di Spalletti si tornerà a rivedere il Napoli stratosferico di inizio campionato. L’ottima partenza del tecnico toscano? Un po’ me l’aspettavo, un po’ ci speravo, è un bravissimo allenatore, preparato, e Napoli può essere una piazza importante per lui».