Per uno che è nato a Sines, la città di Vasco da
Gama, quella di navigare in mare aperto non deve essere la cosa
più difficile del mondo. Senza punti di riferimento, ma con
una meta, un obiettivo preciso da raggiungere. Nel caso di Mario
Rui, nato appunto nella città del navigatore portoghese,
quelle passate fino ad oggi sono state settimane in balia delle
correnti. Ma dopo la partita contro il Chievo può ben dire
di aver visto la terra.
A Verona – complice l’infortunio contro il City al legamento
del ginocchio di Ghoulam – Mario Rui ha disputato la sua prima gara
da titolare con la maglia del Napoli. Un traguardo tagliato dopo
appena 12 giornate e soli 3′ disputati (quelli nella partita
casalinga contro il Cagliari quando prese il posto proprio
dell’algerino nel finale). Lui, arrivato in estate dalla Roma
dopo essere stato lanciato da Maurizio Sarri nel calcio della serie
A con la maglia dell’Empoli, ci ha messo un po’ per entrare
nei meccanismi ben oleati del Napoli, e adesso per forza di cose si
ritrova ad essere l’unico terzino sinistro di ruolo a
disposizione dell’allenatore toscano.
La pausa di campionato per gli impegni delle nazionali è
stato il giusto toccasana per consentire a Mario Rui di lavorare al
meglio con l’obiettivo di farsi trovare pronto in vista della
gara di sabato sera contro il Milan. Già, perché la
sua prima da titolare – quella dello scorso 5 novembre al Bentegodi
– è durata 65′. Poi l’ingresso di Maggio (con
relativo spostamento di Hysaj da destra a sinistra) è stata
la dimostrazione pratica del suo stato di forma ancora tutto in
divenire. In questi giorni, però, ha lavorato tanto e bene.
Soprattutto sulla corsa e sull’aspetto atletico, quello che
secondo Maurizio Sarri gli mancava per colmare il gap che lo
divideva dal resto del gruppo.
È per questo che durante la stagione era stato utilizzato
solo per quei 3 minuti contro il Cagliari. Non ancora al top di una
condizione che per forza di cose adesso non potrà avere
ulteriori cali.
From: Il Mattino.