Solleva la testa, fa vibrare le narici, respira forte, e poi lascia
partire il tiro che inchioda Luigi Sepe all’immobilità.
Arek Milik apparso da subito dinamico e generoso torna al gol, due
volte, si diverte, smista palloni e sorrisi, cerca spazi e
possibilità, senza inquietudine. Oltre il continuo mutare di
formazione, è la calma ancelottiana la vera novità
tattica, i calciatori hanno perso cupezza e corrono in leggerezza,
macinando gioco e tranquillità. Il San Paolo sembra proprio
il Mare della Tranquillità, con azioni continue che
divertono e donano distensione, dalle fasce alla porta avversaria
piovono palloni e opportunità di segnare. In quasi tutte
c’è Milik, che si è mostrato finalmente accordato
al tempo giusto, non più cavernoso e teso, ma pronto a
esporsi, disponibile e alla ricerca della speranza: segnare. Ma
prima, liberato da un Fabián Ruiz che comincia a mostrare la
propria biografia sul campo, illustrando tutte le
possibilità che contiene, questa volta da esterno destro ha
dato in mezzo all’area di rigore del Parma la
possibilità di segnare a Lorenzo Insigne, che lo ha fatto
con la scioltezza di Torino, meno rabbia, e un altro gol sul
taccuino, il quinto. Poi c’ha provato da sinistra e da fuori
area, ma ha dovuto aspettare l’inizio del secondo tempo per
tornare al gol. Insigne gli ha ricambiato il favore e lui non ha
sbagliato, liberato sulla destra, campo davanti, porta e Sepe,
l’educazione sentimentale dell’attaccante dice: Non ci
pensare, tira, e lui l’ha fatto: troppo forte per Sepe, troppo
tardi per i difensori che provano a chiudere, in tempo perfetto per
la partita, che si spegne.
From: Il Mattino.