Il centravanti polacco ha visto sfumare il contratto da 4,5 milioni per cinque anni alla Roma, adesso potrebbe finire al Tottenham allenato dallo Special One
NAPOLI – La calma a volte diventa la virtù dei forti: e mentre il cronometro comincia a correre (perché il 5 ottobre s’avvicina), Cristiano Giuntoli si rigira tra le mani le carte che si ritrova, per provare a fare banco. C’è più di mezza squadra da vendere e sul tavolo ci sono già sistemati i contratti, che restano però entità ancora virtuale: Arkadiusz Milik – per esempio – ne aveva uno davanti a sé da quattro milioni e mezzo per un quinquennio, ma la scelta di temporeggiare s’è rivelata fatale ed ora non gli resta altro da fare che pregare.
Il calcio (anche il mercato) sa regalare colpi di scena, persino in periodo di crisi: le voci di dentro che si sono diffuse in una serata complicata, stritolata nel nulla, hanno (ri)cominciato a sistemare Milik come personaggio del momento e nel fumo di Londra (sponda Tottenham) è comparsa la sua sagoma. I nonni, che con il dono della sintesi hanno aiutato le generazioni successive a interpretare certe storie, raccontavano che a volte, chiusasi una porta ci si poteva aspettare l’apertura di un portone: la Premier è un fascinoso universo che piace a chiunque, pare anche a Milik, il quale non avrebbe pregiudizi nel doversi accomodare in panchina, per essere l’alternativa di Harry Kane, un “uragano” da far invidia. Il Napoli non si agita, è convinto che qualcosa sta per accadere, ha avuto modo di cogliere certe domandine indiscrete e rimane inchiodato a venticinque milioni (con o senza bonus non è un dettaglio ma si vedrà, in relazione al pagamento): però intanto ha deciso che Milik continuerà ad allenarsi in disparte, non essendo più inserito nel progetto, e dunque lascerà che sia il mercato, o la corrente del Tamigi, a smuovere le acque.
Tutti i dettagli sul Corriere dello Sport-Stadio in edicola