«Nella seconda metà della stagione ho dovuto adattarmi». Complice l’esplosione di Dries Mertens nel ruolo di centravanti e la difficile ricerca della forma dopo la lunga assenza per infortunio. Quella di Arkadiusz Milik ai media polacchi, che lo hanno intervistato mentre è in ritiro con la Nazionale, è un’ammissione dolorosa. Venuto al Napoli come il colpo dell’estate – venne pagato 32 milioni all’Ajax – il centravanti che doveva far dimenticare Higuain ha dovuto fare i conti con la sfortuna. Un esordio in panchina (alla prima a Pescara subentrò a Gabbiadini, partito titolare), ma già dalla partita successiva Arek si conquistò il posto in squadra. E a suon di gol lo difese, firmando tre doppiette di fila, due in campionato e una alla Dinamo Kiev in Champions League. Poi il crac. Dopo l’infortunio in Nazionale contro la Danimarca, Arek ha effettuato un recupero definito miracoloso. Ma dal suo ritorno – una manciata di minuti contro il Chievo a metà febbraio – il polacco ha passato più tempo in panchina che in campo, dove ha trascorso solo 279 minuti tra campionato e Coppa Italia. L’unico gol segnato in questa fetta di stagione è quello del 2-2 a Sassuolo, una rete attesa per 207 giorni.
Colpa delle scorie di un infortunio così grave. E del fatto che nella posizione di Arek è sbocciato Dries Mertens, autore di una valanga di gol: ben 34 i centri firmati dall’attaccante belga sui tre fronti stagionali. Un boom che ha tolto spazio al 23enne ex Ajax. «Forse la seconda parte della stagione non è stata una delusione completa – dice Milik – ma è stato il momento più difficile. Non è mai facile tornare titolare dopo un infortunio come la rottura del crociato. Tanto più che abbiamo uno degli attacchi migliori in Europa. Dries Mertens ha combattuto fino all’ultimo match con Dzeko per il titolo dei cannonieri, la maggior parte delle partite l’abbiamo vinta segnando tre, quattro e a volte cinque gol. Ecco perché per l’allenatore è stato difficile cambiare qualcosa nella composizione dell’attacco». Ma l’anno prossimo Milik vuole giocarsi le sue carte. «Mi preparo come meglio posso, poi l’allenatore deciderà». Dalla sua c’è proprio Maurizio Sarri, che proprio di recente ha benedetto con le sue parole l’attaccante polacco: «Milik a Napoli è un libro che non è stato ancora scritto». Infine il caso Europei U21, ospitati proprio in Polonia: «Decide la società, volevo giocare ma non sarà possibile».
From: Il Mattino.