(Italiano) Napoli, Allan fa il Gattuso e gli azzurri riemergono dal baratro


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Un tempo per capire come giocare, e poi Allan. Un Napoli ancora molto confuso si aggrappa a quello che dovrebbe essere il Gattuso in campo, che regge il peso, e tenendosi a Peluso segna il pareggio e dice alla squadra che si pu anche attaccare e vincere. Fino ad allora c’era stato un solo tiro in porta di Manolas, molta buona volont ma della tanto strombazzata grinta se ne era vista pochina. Poi il brasiliano ha aperto il varco, ha trovato il gol, e tutti gli altri hanno visto la luce, o qualcosa del genere, ricominciando a macinare un po’ di gioco, qualche verticalizzazione, diversi scambi che hanno portato persino a delle presenze nell’area di rigore del Napoli, sono novit che fanno sperare, rimettono in moto i sentimenti, per tutto il resto ci vorr tempo.

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La buona volontà di Allan, i suoi sforzi, i gesti semplici che mancano agli altri, hanno portato il Napoli a scrollarsi rispetto all’immobilismo della partita col Parma e a un tempo e mezzo col Sassuolo. La palla ha ripreso a rotolare, a stare sul campo e a non essere lanciata alla vivailparroco come diceva Manlio Scopigno per i tiri senza pensieri. Il grugno si scioglie grazie a una azione da rugby, con Milik che fa velo, Allan stranamente capisce e difende il pallone fino a girarsi e a catapultare il pallone in porta alle spalle di Pegolo. Questo sfondamento diventa la scossa, lo sfondamento mentale della squadra che si accende e sbaglia di meno, si infiamma e prova a vincere e nel recupero ci riesce, rifacendosi amico il pallone, ritrovando un po’ di quella confidenza alla quale eravamo abituati, niente di eclatante, siamo lontanissimi da tutto, ma almeno si chiude l’anno senza un’altra sconfitta che sarebbe stata davvero affossante. Per un attimo sul gol ha lasciato il personaggio da western persino Gattuso, sciogliendosi in un sorriso e poi dopo in abbracci, il primo per Insigne bruttino anche questa sera denunciando una gerarchia evidente e un asse di comando per provare a salvare la stagione.
 

 

Ha dalla sua solo una attenuante, una difesa anomala resa ancora più anomala dall’uscita forzata di Luperto, il resto è stato un ronzio di Ruiz poi spento con la sostituzione. Allan, invece, con i suoi mezzi più forza che pensiero ha triturato il centrocampo di De Zerbi e arato il campo, senza mai fermarsi, lo abbiamo visto fare di meglio, ma quest’anno anche molto di peggio, e quindi va bene così, migliore in campo, e anche portatore del sogno, pure barcollando sul finale ha tenuto e patito, ma alla fine spendendosi è come se avesse svegliato anche gli altri, portandoli alla vittoria. Ha provato a scuoterli fin dall’ingresso in campo per il secondo tempo, ma ha dovuto aspettare il cinquantottesimo col gol per dire ai compagni che si poteva ritornare a giocare e cercare il gol: divertendosi e divertendo, ovviamente questo rimane il filo dell’orizzonte che, oggi, è lontanissimo. Una squadra senza equilibrio che ha vinto grazie a un colpo di reni, che ha bisogno di lavorare duramente perché ha un gennaio terribile con Inter-Lazio-Fiorentina-Juventus, dove ad Allan va aggiunto il gioco e moltissima tattica.

Non basterà aggrapparsi e resistere, battersi e mettere da parte eleganza ed estetismi, che tra l’altro non se ne vedono da tempo. Allan ha portato aria nuova nel cortile, ha riportato la vittoria in campionato che mancava da due mesi, ma i problemi restano e restano i tantissimi errori sottoporta: sia nell’ultimo passaggio che nella ricerca del gol. La torsione di Allan diventa la strada da seguire, uscire dal vicolo cieco e cercare la liberazione, aprendo un nuovo spazio e una nuova occasione, rialzando la testa, rimettendosi in corsa. Intorno però c’è molta ruggine, molti dei meccanismi del 4-3-3 sono inceppati, spesso si creano dei vuoti tra reparti come degli spazi ampi che sono il contrario delle linee strette che la scelta impone. Nel ritmo c’è la malinconia delle occasioni perdute, nei gesti dei calciatori si legge ancora l’abbandono dei giorni precedenti, una condizione psicofisica ancora balorda e inspiegabile. Speriamo che lo scatto in avanti di Allan sia d’esempio, che smuova anche gli animi degli altri come nei venti minuti finali della partita, complice il calo fisico del Sassuolo che aveva giocato anche mercoledì. E, infatti, ha colto malissimo l’ondata improvvisa di gioco del Napoli. Allan ha infilato una delle strade che portano a una soluzione, ha svolto quasi al meglio il compito richiesto, può fare di più, e con lui tutti gli altri. Per ora il Napoli continua a scricchiolare e Allan non basta, anche perché nello stesso reparto c’è una mancanza che forse verrà colmata in queste due settimane di sosta. Per ora lo scuotimento rabbioso ha portato a venti minuti di memoria di gioco, pochino. Non bastano i guizzi e i movimenti improvvisi per uscire da questo stallo, e non basta una giocata di Allan e nemmeno la grinta, servono i pensieri e la sincronizzazione in velocità delle azioni.

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_allan_gattuso_sassuolo-4943352.html
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