Da K a C, da Koulibaly a Callejon, ecco l’asse che ha portato
il Napoli ha dominare il Paris Saint Germain partendo da uno
svantaggio. Il difensore senegalese è uscito spesso col
pallone al piede, trovandosi anche in attacco (sarebbe un ottimo
falso nueve, come sanno a Torino, sponda Juventus), l’ala
spagnola è tornata come un terzino, facendo il cursore
pazzo, in aggiunta anche al centro, unendo gli spostamenti dei due,
si vede l’asse della squadra ancelottiana. Tra l’altro,
entrambi si sono trovati a fronteggiare Neymar e Mbappè, con
Koulibaly che al ventinovesimo del primo tempo ha portato il San
Paolo a gridare come per un gol, facendo la porta girevole su
Mbappè, recuperando il pallone e interrompendo il
contropiede di quello che è il calciatore più veloce
di tutti, in una sfida tutta africana, che sarebbe piaciuta al
nostro Gioànn Brera, che avrebbe detto: l’Africa vera
ferma quella che ha scelto il colonizzatore; l’autentico e solo
apparentemente più debole ferma il più forte, o
almeno quello armato meglio. Una sfida di muscoli e classe, con
Mbappè più veloce e più tecnico e Koulibaly
costretto a inseguire ma sempre alla pari. Una gran bella sfida.
Come sono belli i movimenti di Callejon, sciamano a tutto campo,
che appare e scompare, marca e attacca, in una partita perfetta,
che lo ha visto correre, strappare e cercare palloni come Allan. Da
ala di classe a centromediano di interruzione. Allontanandosi da se
stesso, per poi tornarci senza accusare il doppio sforzo, leggendo
i movimenti di Thiago Silva e Gigi Buffon e irrompendo nella loro
indecisione e/o lentezza per farsi abbattere, imbrogliando i
pensieri della linea difensiva del Psg, costruendo un rigore in una
azione che non c’era, e permettendo al Napoli di pareggiare con
Insigne dopo venti minuti di assalti, tutti negati dall’ex
portiere dalla Juventus e della Nazionale, che in un paio di parate
sembrava quello di Germania 2006.
From: Il Mattino.