Il presidente parla con gli avvocati: vuole chiedere un taglio del 25%
Napoli è oltre le pareti: voci che s’incrociano, umori che s’afferrano e un desiderio di mettersi in macchina, andare al San Paolo, rivivere un pomeriggio apparentemente “normale” che invece va soffocato restando a pensare a un film, alla serie televisiva, all’America che attende per pensare (anche) ad altro. Il “buen retiro” si sarebbe defi nito così, in realtà è intriso di malinconia, certe ferite per un pochino restano, e dalla camera con vista su Capri, si può respirare il profumo d’un mare che riempie, fa rimpiangere il piacere di vivere tra la gente, sorridendo o scherzando, chiacchierando e divagando in stile De Laurentiis. Perché, invece, adesso, con quel cielo gonfio di nubi e un orizzonte ch’è divenuto grigio, il lavoro diviene attrazione, o anche distrazione, aiuta ad anestetizzare la delusione e a studiare le strategie per ricominciare a scorgere un futuro che dia un senso.
Però bisogna procedere, le aziende (anche quelle del calcio che vivono nelle turbolenze) non posso smarrirsi, né rallentare, e le riunioni si possono allestire al “Vesuvio”, il quartier generale in cui De Laurentiis dà appuntamento ad Andrea Chiavelli, l’amministratore delegato, ad Antonio Saracino, il direttore dei processi amministratiti, a Cristiano Giuntoli, il diesse, ad Alessandro Formisano, il responsabile del marketing, e a Nicola Lombardo, il capo dell’area comunicazione: poi c’è un cellulare rovente, ch’è utile per sentire (e ripetutamente) Carlo Ancelotti e per dialogare con l’avvocato Mattia Grassani, perché intanto comunque c’è una linea da seguire, sanzioni da richiedere attraverso il collegio di disciplina che potrebbero lievitare, e in che modo, passando dal 5% per cento della mensilità, che pareva l’intenzione iniziale, al 25%, come consentito dall’accordo collettivo, che spianerebbe ad una megamulta per la squadra.
Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna del Corriere dello Sport