Una pasquetta tutta da vivere al Maradona, con il Napoli di Luciano Spalletti che prova a non perdere l’ultimo treno scudetto e la Roma di José Mourinho che sogna lo sgambetto alla Juventus nella corsa alla Champions League. Entrambe si giocheranno quasi il tutto per tutto, quando mancano sei partite alla fine della stagione, ma non è ancora chiaro a entrambi gli allenatori quale sarà l’undici vincente da mandare in campo. Nella testa di Luciano, però, torna la difesa a tre: non da schierare ma da affrontare, visto che la Roma dello Special One ha saputo cambiare pelle negli ultimi mesi, lontana parente di quella vista a ottobre scorso all’Olimpico.
Ci ha messo un po’, Mourinho, ma oggi la difesa a tre giallorossa è un punto di forza per Smalling e compagni, una certezza dallo scorso gennaio che ha aiutato la Roma a inanellare 11 risultati utili consecutivi. Un altro ostacolo da superare per il Napoli, con gli azzurri che hanno sempre mostrato qualche problema di troppo ad affrontare questo tipo di assetto tattico: in campionato, sono state 13 le partite giocate fin qui contro una squadra che schierava tre difensori e anche nelle vittorie ottenute la trama della gara non ha convinto del tutto. Come nella sfida al Torino vinta 1-0 al Maradona negli ultimi minuti o la trasferta a Genova contro i rossoblu a inizio campionato, con i tre punti acciuffati solo nel finale.
Ma sono soprattutto i punti persi a fare male, 15 quelli lasciati a squadre che hanno affrontato Insigne e compagni con la difesa a tre, frutto di tre sconfitte – contro Inter, Spezia e Atalanta – e altrettanti pareggi. L’ultimo contro il Cagliari in Sardegna, un punto acciuffato nel finale grazie a Osimhen, ma anche l’Inter e il Verona avevano saputo fermare sull’1-1 la squadra di Spalletti. Che però nelle ultime settimane ha invertito il trend: nelle trasferte contro Verona e Atalanta gli azzurri hanno saputo colpire la retroguardia avversaria nel modo migliore, con un 4-3-3 ritrovato e tanta velocità in campo. Contro la Roma servirà questo e anche un pizzico di fortuna, per alimentare un sogno che tutta Napoli vuole ancora coltivare.