Pepe e Dries, sempre più leader dello spogliatoio: come ieri
sera, quando hanno invitato tutti i compagni a cena da 12 Morsi a
via Alabardieri a Chiaia. Il conto lo ha pagato il belga che
è stato mattatore prima e durante la cena. Tra i
protagonisti anche Milik e Diawara, i due marcatori del concitato
finale di Napoli-Chievo. È anche dopo la vittoria che
è nata l’idea di questa cena che oramai è
diventato un appuntamento mensile fisso. Questa volta, però,
hanno partecipato anche i fisioterapisti e i magazzinieri
capitanati dal solito Tommaso Starace che ha fatto il suo ingresso
trionfale sotto braccio con Mertens a dimostrazione del grande
legame tra calciatori e staff.
Gioco da scuole elementari: cosa hanno in comune Spal, Frosinone,
Milan e Carpi? La risposta non è «Hanno giocato tutte
e quattro in serie B» (che pure sarebbe corretta come cosa).
Acqua. Queste quattro squadre, infatti, condividono un
particolarissimo primato: insieme anche con Catania e Chievo sono
le uniche delle 28 di serie A affrontate da Dries Mertens contro le
quali il belga non è riuscito a fare centro. Strano ma vero.
Ma sta di fatto che i rossoneri sono gli unici tra i big del nostro
campionato a non essere stati puniti dai colpi ad effetto del
numero 14 azzurro.
Con quello di domenica saranno addirittura 10 i confronti diretti
tra il Milan e l’attaccante del Napoli, e con il raggiungimento
della doppia cifra, Mertens spera anche di sfatare questo
tabù che inizia a farsi sempre più curioso. Come
l’acqua santa, ma con la caratteristica di non riuscire mai ad
andare di traverso al diavolo. Questo perché nell’arco
degli ultimi due anni, infatti, il belga è diventato il
punto di riferimento offensivo per il Napoli e Sarri lo ha
trasformato da esterno d’attacco a vero e proprio centravanti.
E pesare che nelle 9 gare fin qui disputate contro i rossoneri,
Dries è stato più volte decisivo perché pur
non riuscendo mai ad andare in gol, si è reso utile alla
causa confezionando ben 4 assist preziosi per i compagni di
squadra. Certo, adesso sì che manca solo quel sigillo per
aggiungere un’altra tacca sul suo cinturone da cowboy del gol.
Ha già sparato a salve troppe volte e poi fare gol – magari
farne anche uno decisivo ai fini del risultato – varrebbe il doppio
in un momento così delicato della stagione, un momento nel
quale ogni punto in più o in meno può fare tutta la
differenza del mondo in chiave scudetto.
Paradossi del calcio e della geografia, perché i nazionali
del Belgio sono detti i piccoli diavoli, e allora fa strano pensare
che proprio ai diavoli rossoneri non sia riuscito a fare centro.
Anche perché dei 9 incontri precedenti con lui in campo il
Napoli ne ha vinti 7, collezionando poi un pareggio e una sola
sconfitta. Il tutto partendo da titolare per 5 volte.
Titolare, poi, lo sarà anche domenica a San Siro, nonostante
le ultime prestazioni zoppicanti e un’ascesa a tutta forza di
Arek Milik. Il polacco è entrato alla grande nel finale
della gara contro il Sassuolo a Reggio Emilia con tanti movimenti e
una traversa centrata, ed è stato poi decisivo nella rimonta
di domenica scorsa al San Paolo contro il Chievo. Un gol e una
spizzata per il tiro della vittoria di Diawara. Insomma, bottino di
assoluto rispetto per un attaccante che deve per forza di cose fare
a sportellate non solo con i difensori avversari, ma anche gli
attaccanti della sua stesa squadra per conquistarti un posto da
titolare nel tridente del Napoli.
From: Il Mattino.