C’è stato un momento, ieri, nei minuti iniziali della partita col Cagliari, in cui tutti, più o meno, abbiamo pensato che avesse ragione il maestro Luciano De Crescenzo quando, interpretando l’astronomo filosofo nel film 32 Dicembre, spiegava a Enzo Cannavale nei panni del povero Alfonso Caputo che il tempo non esiste e che Capodanno è solo una convenzione per cui con l’anno nuovo non cambia niente e Fabian continuerà a tenersi astipato presumibilmente per il giorno in cui verrà acquistato dal Real Madrid il suo indiscutibile talento calcistico riservando a noi poveri napoletani soltanto tiri a vuoto e passaggi ad amici invisibili posizionati fuori dal campo sulla linea del corner avversario. Le cose, insomma, stavano proprio continuando ad andare nello stesso verso in cui stavano andando a fine anno e cioè una chiavica quando a smentire le teorie sul tempo ci ha pensato lui, Piotr.
Uno con un nome così, del resto, non avrebbe mai potuto accettare che l’anno nuovo iniziasse una schifezza ed è per questo, forse, che prima di potenza e poi di finezza ha accompagnato i compagni alla vittoria mettendo a segno una poderosa doppietta. Ed è sempre grazie a lui, poi, che Lozano è riuscito a trasformare in rete un tentativo maldestro di stop di petto di Petagna e Insigne ha trasformato in rete un fallo di mano cagliaritano convertito in rigore dall’arbitro. Quattro gol, insomma, che dimostrano brillantemente quanto invece con l’anno nuovo le cose possano cambiare eccome. Anche per Osimhen. È vero che è andato a una festa di compleanno in Nigeria e ha preso il Covid e però ieri si è scusato pubblicamente con la città e i tifosi. E il coraggio delle scuse merita sempre il premio del perdono, no?