Se c’era una cosa che fino a poco tempo fa non si poteva e non si doveva dire al Napoli era che per raggiungere un obiettivo, qualsiasi obiettivo, basta un pareggio. Era la tipica frase foriera di tragedie, psicodrammi collettivi, calciatori del Napoli di nazionalità principalmente argentina che lasciavano il campo e contestualmente la Champions in preda alle lacrime. Ed è per questo che quando alla vigilia del match di ritorno con l’Ajax questa frase ha iniziato a imperversare, il panico si è impossessato dei tifosi. Tuttavia, se non fossero stati già sufficienti i precedenti, anche quest’altro esame di maturità è stato brillantemente superato.
Il Napoli ieri a Napoli ha fatto la faccia brutta. La faccia cattiva. La faccia di chi non ha alcuna pietà, sportivamente parlando, per un avversario già scutuliato pochi giorni prima a casa sua. E anche se i gol di Lozano e di Raspadori parlano di azioni corali e di bellezza sono i gol di Kvaratskhelia e di Osimhen a imprimere sul volto del Napoli di Spalletti i segni della perfidia. Il gol su rigore del georgiano, infatti, arriva dopo che Osimhen era andato convinto sul dischetto a cercare di trasformare in rete il penalty. Ma di fronte alla determinazione di Kvara persino uno come Victor ha ceduto lasciandogli il pallone. Un gesto che la sorte ha voluto a tutti i costi premiare perché poco dopo, strappando un pallone dai piedi di un difensore avversario, è stato lo stesso Osimhen a siglare la rete del quattro a due. I calciatori dell’Ajax non avranno rifiutato, come hanno fatto la settimana scorsa, le maglie degli azzurri. Hai visto mai che ci trovano dentro assieme al sudore pure un poco di cazzimma napoletana…