L’ultima volta che il Milan aveva vinto al San Paolo ci stava ancora gente come Buttiglione che andava blaterando in giro che essere gay è sbagliato come non pagare le tasse. Non era proprio il Medioevo ma quasi. Dieci anni fa, per l’esattezza, quando sulla panchina partenopea sudava ancora trentamila camicie Walter Mazzarri e tra le file rossonere svettavano sia l’eterno Ibrahimovic che l’attuale tecnico azzurro, Gattuso. Ieri è successo di nuovo. Dopo dieci anni il Milan è tornato a sbancare il San Paolo. E l’impresa non è stata difficile. È bastato in sostanza giocare a calcio mentre gli azzurri girovagavano in campo alla ricerca di mezza idea buona su come mettere in rete un pallone. Poche idee e francamente anche di mmerd albergavano infatti ieri sera nelle teste dei playmaker azzurri. Nessuno che sapesse cosa fare, dove e esattamente in che modo. Meret non sapeva più come parare i palloni e Di Lorenzo non sapeva più come intercettarli; Fabian non sapeva più come ispirare gli attaccanti e gli attaccanti non sapevano più come imbeccare Mertens. L’unico ad avere mezza idea su cosa fare precisamente era Bakayoko e per questo si è beccato l’espulsione. Per il resto, calma piatta.
A questo punto, il tema non è più la percentuale di possibilità che ha il Napoli di vincere lo scudetto ma la percentuale di possibilità che ha il Napoli di vincere una partita. Nemmeno la Bella Addormentata nel Bosco dormiva così placidamente con la zizza in bocca come i calciatori del Napoli da un po’ di tempo a questa parte. Mo’, non sarà proprio il prototipo del principe azzurro ma volente o nolente tocca a lui: deve essere Gattuso a svegliare i dormienti. E pazienza se al posto dei baci ci vorranno i paccheri…