(Italiano) Napoli, se Kvara (finto svogliato) appare nel momento giusto


CONDIVIDI/SHARE

Sorry, this entry is only available in Italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

image

Così aristocratico da apparire svogliato. Marcatissimo, tanto da dover cambiare fascia per farsi inseguire. Costretto a inventarsi nuovi slalom per tornare protagonista: Kvaratskhelia non gioca bene, la sua è una partita di elisione, e per questo ancora più bella e decisiva.

Su un campo che fa tornare gli anni Ottanta (per tifo e gioco, grandi complimenti alla Cremonese e al suo allenatore Massimiliano Alvini) viene spesso fermato, non gli riescono sempre i colpi da piuma al vento, eppure svetta. Ecco, Kvara è il calciatore dell’eppure. Quando sembra perduto, quando appare un ornamento, quando i suoi marcatori pensano di avergli chiuso spazi e possibilità di gioco, oplà, trasmigra da sinistra a destra, e regala l’oblio alla Cremonese. Entra in area, tra Lochoshvili e Bianchetti che lo mette giù: calcio di rigore. Il massimo possibile col minimo sforzo. Eppure la sinfonia di Kvara pareva stonata, perduta e a tratti goffa, poi no. E come se avesse una sceneggiatura si riconsegna al lago nebbioso della tattica, torna al suo posto, si rimette in gabbia, con una nonchalance da Oblomov. Quello che andava fatto è stato fatto, tanto vale tornare alla normalità.

Poi quando la Cremonese pareggia e comincia a macinare gioco, torna l’eppure, tornano le trasmigrazioni da una fascia all’altra e anche i tiri in porta, ma sempre troppo alti, troppo sotto, troppo sbagliati, quasi che non avesse voglia di impegnarsi a segnare, solo di far segnare gli altri. Intanto fa ammonire Sernicola, con un colpo da Luna Park. Serafico, dribbla e prova, mentre Anguissa suona i tamburi degli sciamani, stavolta fuori sincrono. Poi Mario Rui inventa una curva Indianapolis per la testa di Giovanni Simeone, che sotterra la Cremonese e tutta la voglia di vincere. Il resto è Kvara, l’eppure, in vena di ventate malariche, gesti a metà che però devastano la linea difensiva di Alvini, entrando in area con grandi falcate e moltissima voglia di far segnare persino lo sciagurato Hirving Lozano, appoggiandogli un pallone da spingere in porta, un pallone bambino, perfetto, da prendere per mano e far attraversare una strada senza nessuno. Un grande atto di generosità, poteva tirare in porta, ma non gli andava, poteva dribblare ancora, ma non gli andava, voleva che segnasse il messicano che contro l’Ajax si è divorato questo e quell’altro mondo di gol possibili.

E dopo Kvara oblomovizzandosi si mette a servire palle morbide per Simeone, a perdere tempo, ma non basta perché Olivera riesce a segnare anche il quarto gol. Kvara sorride, e marca la differenza, persino quando gioca dividendosi in rivoli, spezzettandosi in tentativi non riusciti, arabescandosi invece di essere la solita retta che congiunge due punti e il gol. Si va coprotagonista, si lateralizza, sceglie di farsi atterrare, diventa decisivo per il rigore, e poi nel gol che chiude la partita, con una apertura di speranza verso Lozano.

Esercita l’aristocrazia dell’eppure, passando per il nonostante. Son qua, la gioco quando mi pare, ma intanto la decido uguale. Poi Spalletti si arrabbierà per questa corrente alternata, per queste fughe dal gioco, ma dopo dovrà riconoscere il suo calcio dell’eppure. Kvara ha scelto il torpore, è stato anche marcato bene, ormai su di lui raddoppieranno in tanti, ma poi ha dimostrato che appena gli va può raggiungere la gioia del dribbling liberandosi degli uomini che gli respirano sul collo e gli tolgono il pallone. Se vuole, sa come nasconderglielo. Appena decide esce dall’intruglio delle tenebre e se ne va in porta o ci manda gli altri. È in queste partite che si vede il fuoriclasse.

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_kavara_cremonese-6980024.html

CONDIVIDI/SHARE