La seconda ramanzina col sopracciglio alzato dimostra che Rino Gattuso è uno della vecchia guardia, di quelli che amministrano la disciplina con metodi draconiani. Deve portare la barca in porto e poi farà i conti. Chi non obbedisce è perduto. Nel senso, è destinato a cambiare aria. Nessuno si deve però aspettare provvedimenti severi in questa fase dell’anno da parte di Ringhio: niente ritiro, né allenamenti punitivi. Non scherziamo: non avrebbe alcun senso. Il Napoli che si tuffa verso Barcellona lo farà dopo un giorno libero, domenica, e con un piano di viaggio che prevede l’arrivo in Catalogna il venerdì pomeriggio. Esattamente come da programma. Ma Gattuso avverte la truppa: so ogni cosa di quello che fate.
Non sono appunti di poco conto quello che muove il tecnico ma non manda nessuno dietro la lavagna. Prepara la rivoluzione, però. Perché al di là di quello che ha detto a giugno scorso, l’impressione adesso è che resteranno meno del 70-80 per cento della rosa. Non solo ragioni tecniche: in tanti considerano al capolinea il proprio ciclo al Napoli (e tra questi anche Koulibaly, oltre Allan, Callejon, Milik) e altri ancora hanno dimostrato di non essere all’altezza del Napoli (Ounas, Younes, Lozano su tutti) e questo avrà il suo peso sulle scelte. Ma attenzione a un altro aspetto: senza Champions, De Laurentiis dovrà fare i conti anche con una ottantina di milioni in meno di entrate che inciderà sul prossimo bilancio. Avrà quindi l’esigenza di tagliare sul monte ingaggi: non in maniera radicale, ma qualche sforbiciata la darà. L’ingaggio di Osimhen va in questa direzione con 3,5 milioni.
La squadra invocava il sergente di ferro. Lo ha avuto. E appena il sergente ha lasciato un po’ correre, perché dopo la sconfitta con l’Atalanta era inevitabile un cedimento mentale, ecco che tutti hanno preso la palla al balzo. Non è un dramma. O meglio, lo è per le casse del club. Perché arrivare quinti avrebbe portato a un bonus di 12,5 milioni di euro, piazzarsi sesti 10,9 milioni mentre il settimo posto vale appena 9,3 milioni. Insomma, De Laurentiis avrebbe auspicato un maggiore impegno in questa ottica. Ma poco importa. Adesso c’è la Champions e l’affascinante sogno di centrare la final eight di Lisbona che porterebbe in cassa 10,5 solo di bonus. Senza tener conto del market pool e di tutto il resto.
Sabato sera c’è la Lazio e Gattuso non vuol finire con una figuraccia. Non ci sarà neppure Maksimovic che è uscito con un problema alla caviglia dalla gara di San Siro: potrebbe essere l’occasione di vedere in azione Luperto ma è molto più probabile che tocchi a Di Lorenzo. In ogni caso, tenendo conto che anche Manolas è ko c’è una piccola emergenza per la gara con la Lazio. Ma Gattuso è moderatamente ottimista per il recupero del greco e del serbo in vista della partita del Camp Nou. Manolas è a riposo precauzionale e gli esami hanno mostrato che non c’è nulla di grave. A parità di condizione, Manolas è il preferito rispetto a Maksimovic.
L’appuntamento per il nuovo contratto con Gattuso non c’è ancora. De Laurentiis vuole andare avanti con lui in panchina ed è per questo prima del ritiro di Castel di Sangro è previsto (ma non ancora fissato) l’appuntamento con Mendes per il prolungamento. D’altronde, sarebbe assai rischioso per il Napoli iniziare il campionato con Gattuso in scadenza, praticamente libero di prendere impegni per l’anno successivo. Già questa estate in molti hanno chiesto a Mendes di Ringhio, ma Gattuso vuole restare a Napoli. Era la meta dei suoi sogni, un matrimonio destinato a continuare.