«Crediamo molto in questo protocollo che abbiamo voluto e difeso. Certo se cominciano ad esserci delle falle e qualcuno sbaglia allora quel qualcuno deve pagare». Gabriele Gravina, presidente della Figc, il 5 ottobre, era visibilmente preoccupato: temeva altri casi Juventus-Napoli e che quindi, il campionato nell’era del Covid potesse saltare. De Laurentiis era il primo che aveva provato a difenderlo il protocollo, tant’è che una volta ricevuto il diniego della Asl aveva tentato la via dello slittamento della gara tra Juventus e Napoli. Magari anche di 24 ore. Lega e Figc, ma anche la Juventus, alzarono un muro. E tra Gravina e De Laurentiis, per la prima volta, i rapporti non sono stati sereni. «Non ho motivo di sentirlo», disse Gravina. Negli ultimi tempi, i rapporti sono tornati quelli di sempre. D’altronde, tra i due c’è grande feeling. Questa estate, per qualche ora, il presidente Figc è stato anche ospite nel ritiro azzurro a Castel di Sangro, la cittadina dell’Abruzzo dove è cresciuto, che ha portato in serie B e dove ha la sede società di famiglia. Dunque, non stupisce se nei giorni scorsi, quando Gravina ha chiamato De Laurentiis per avere la designazione scritta del Napoli per l’elezione federale, il patron azzurro ha detto un sì scontato. E come De Laurentiis, altri 16 presidenti di serie A. Tanto che il presidente della Lega Calcio, Dal Pino, visto che bastavano 11 voti per la designazione come componente di Lega, ha formalizzato il nome di Gravina (non hanno espresso il loro voto, Lazio, Benevento e Crotone). Insomma, De Laurentiis ora torna al fianco di Gravina che sarà impegnato nella ricandidatura alla presidenza della Figc.
Il mondo del calcio guarda al futuro dopo la pandemia e chiede aiuto al governo per snellire la burocrazia che rallenta o blocca la realizzazione di nuovi stadi o l’ammodernamento di quelli già esistenti. In una lettera aperta al premier Giuseppe Conte e ai ministri Gualtieri, Spadafora e Franceschini, i presidenti di Coni, Federcalcio e Lega di Serie A, Giovanni Malagò, Gabriele Gravina e Paolo Dal Pino mettono nero su bianco le loro richieste e alcune proposte. Il calcio chiede iniziative che sblocchino la modernizzazione dell’impiantisca, cruciale per sbloccare gli investimenti e favorire il rilancio di un settore che «in questo momento rischia il fallimento a causa dell’immobilismo e della burocrazia».