Straripante Napoli. Tris Mertens, Insigne e Milik lo riportano a -3 dalla Juve in attesa della sfida Champions al Psg. Dries ha rafforzato la sua presenza nella storia del Napoli, la squadra in cui gioca dal 2013, arrivando con una strepitosa tripletta al gol numero 75 in campionato, due in più di quanti ne realizzò Careca – uno dei più grandi – dal 1987 al 1993. E il belga dopo la prima rete ha accennato un passo di lambada, il ballo con cui il brasiliano partner di Maradona festeggiava le sue reti al San Paolo. Prima di quelle magie di Dries vi era stata la perfetta esecuzione di Insigne, che aveva ricevuto l’assist da Koulibaly, scattato sulla fascia sinistra. E il poker è stato completato dal gol di Milik, tenuto in panchina inizialmente. Una iniezione di fiducia per il polacco, che forse sperava di essere schierato da titolare e che comunque ha interrotto il digiuno che durava dal 26 settembre. Tutti a segno, il poker porta gli azzurri nuovamente a -3 dalla Juve, attesa oggi dalla partita interna col Cagliari.
Il robusto turnover deciso da Ancelotti – sei giocatori lasciati inizialmente a riposo in vista del Psg – ha creato difficoltà a centrocampo e sulle fasce (Malcuit è sciolto nella fase offensiva ma leggero nelle coperture) perché l’Empoli ha trovato spazi e così a situazioni di rischio ha dovuto porre rimedio Koulibaly, anche se a inizio ripresa si è lasciato sorprendere dallo scatto di Caputo che ha provato a riaprire la partita. Il tecnico ha sorpreso anche stavolta schierando la coppia di attacco che presenterà anche martedì nella partita che può incidere sulla qualificazione agli ottavi di Champions. Ma proporre Insigne e Mertens ha avuto un significato preciso, cioè la conferma del programma annunciato in ritiro: il Napoli è presente su tutti i fronti e niente sottovaluta, ecco perché ci sono stati contro il neopromosso Empoli i due migliori attaccanti dato che la rincorsa alla Juve è dura. Ancelotti non ha deciso di schierare Mertens dal primo minuto perché il belga lo aveva chiesto dopo aver segnato contro la Roma: ha fatto la scelta che gli ha garantito qualità ed efficacia in attacco, accettando di affrontare le difficoltà (il turnover può provocare questi effetti) nella composizione delle linee di difesa e centrocampo (Allan, entrato nella ripresa, non dovrebbe saltare neanche un allenamento), dove Fabian Ruiz ha giocato la quarta partita di fila (stavolta al posto di Callejon) ed è stato meno brillante che nelle precedenti.
From: Il Mattino.