Con la vittoria all’Olimpico Spalletti non ha solo battuto per la prima volta Mourinho nella sua carriera. Ha demolito l’ex Special one, che ha proposto con la Roma un gioco a dir poco superato rispetto a quello del Napoli. E’ stato il successo più bello, perché vissuto da Luciano in quello stadio che aveva fatto sognare e che poi glii era diventato ostile nell’ultima stagione giallorossa, quella passata alle cronache non per il secondo posto davanti alla meravigliosa squadra di Sarri ma per i ripetuti scontri con Totti.
Alla fine della partita meritatamente vinta da Spallettone, Mourinho ha avuto il coraggio di dire che aveva preparato la sfida alla capolista studiando le caratteristiche dell’arbitro Irrati e che la Roma avrebbe meritato di vincere. Per vincere bisogna segnare e per segnare occorre tirare in porta: è una regola elementare che il concreto Mou – quello del famoso pullman in area – conosce. La Roma non ha mai calciato nello specchio della porta del Napoli e Meret non ha fatto una parata. Dunque, come avrebbe potuto segnare? Certo nel primo campionato azzurro Spalletti è stato così sfortunato da aver perso una partita, quella di fine dicembre 2021, contro lo Spezia per un autogol di Juan Jesus, senza che gli avversari tirassero mai in porta a Fuorigrotta. Ma può capitare una volta nella vita di un allenatore, poi pesa quello che si riesce a costruire in una partita.
Il calcio italiano esalta Spalletti per il bel gioco del Napoli, per la personalità che la squadra esibisce anche sui campi più duri, come quello della Roma, peraltro sparita nel secondo tempo, e non soltanto per la classifica, che resta il fattore più importante. E’ vero che le squadre di Luciano e José sono profondamente cambiate rispetto allo scorso campionato, tuttavia i 16 punti di distacco che c’erano alla trentottesima giornata si sono visti davvero tutti nella notte all’Olimpico.