Un’altra vittoria last minute, di quelle che ti lasciano col fiato sospeso. Il Napoli torna da Cagliari con la buona notizia di avere il carattere delle grandi. Un primo tempo da dimenticare in fretta e una ripresa in crescendo. Questo l’andamento di una partita che sembrava maledetta. Perché quando nel secondo tempo Milik ha centrato la traversa sembrava che le scorie di Anfield fossero ancora nella testa. Poi è arrivato il sigillo decisivo, su una punizione conquistata al termine di una bella serpentina di Mertens. Buoni segnali da Zielinski e Fabian: partiti col freno a mano tirato e cresciuti alla grande nella ripresa. Da rivedere Ghoulam che avrebbe avuto il dovere di spingere di più e mettere dentro palloni buoni per le punte.
OSPINA 6 : Nel primo tempo ci mette una pezza su un errore di impostazione dei compagni, ma nel complesso quello resta l’unico intervento degno di nota della sua partita. La ripresa si gioca quasi tutta nella metà campo avversaria e quindi per lui non c’è praticamente nulla da dover fare, salvo quale rimessa dal fondo.
MALCUIT 6: Per lunghi tratti sembra che abbia dimenticato sulla terra ferma la sua proverbiale capacità di attaccare la profondità e prendersi tutta la fascia. A inizio ripresa ritrova se stesso e con una discesa a tutta corsa manda ai matti la difesa del Cagliari, peccato che Fabian sprechi l’invito delizioso.
MAKSIMOVIC 6,5: Si immola con il corpo per deviare una conclusione a botta sicura di Farias. Praticamente quello resta l’unico vero intervento difensivo, perché il Cagliari non da mai l’impressione di poter essere davvero pericoloso e per il centrale serbo c’è solo da sbrigare senza affanni qualche pratica in palleggio.
KOULIBALY 6,5: Riesce ad essere decisivo anche in serate nelle quali il Napoli non corre clamorosi pericoli. Approfitta della sua fisicità e della sua tecnica per arrivare sempre in anticipo sugli avversari e per ripartire il più rapidamente possibile. Si butta anche in avanti alla ricerca del gol che però non arriva.
GHOULAM 5,5: Dalle sue parti non si corrono pericoli e allora si può dedicare alla fase che preferisce, quella offensiva. A verbale ci vanno due cross leggermente fuori misura e un calcio d’angolo a rientrare che per pochissimo non beffa Cragno sul primo palo. Nel complesso non è mai pericoloso come ci si aspetterebbe.
OUNAS 5: Riproposto nel ruolo di esterno destro come con il Frosinone, si mette in luce per uno scellerto retropassaggio con il quale innesca un pericoloso contropiede del Cagliari. Poi qualche serpentina fumosa e un paio di tiri nello specchio della porta che per forza e decisione assomigliano di più a passaggi.
ALLAN 6: Non è una partita nella quale deve esaltarsi. Perché il Cagliari non ha portatori di palla ai quali andare a mordere le caviglie. Alla luce di questa situazione tattica potrebbe allungare il suo raggio d’azione al limite dell’area avversaria, ma la sua posizione resta sempre un po’ attendista e poco propositiva.
DIAWARA 5,5: Le idee migliori del primo tempo sono le sue. Peccato che i compagni non riescano a convertire le sue giocate in qualcosa di buono per la causa. Nella ripresa sparisce, anche perché la partita si fa veloce e con continui ribaltamenti. Ancelotti lo tira fuori per aumentare il peso specifico in attacco.
ZIELINSKI 6,5: Il più classico dei diesel. Parte piano, anzi pianissimo. Nel primo tempo è quasi stucchevole, perché non fa nulla di utile. Nella ripresa, invece, prende per mano il centrocampo, è propositivo e si butta subito dentro per cercare lo scambio con i compagni. La fortuna non lo aiuta sul tiro da fuori.
FABIAN RUIZ 6,5: Trascorre il promo tempo a ciondolare sulla trequarti senza meta e senza idee. Nel secondo tempo si da il cambio con il gemello che tutti conoscono e dai suoi piedi nascono almeno 3 palle gol colossali nell’arco di 5’.
MILIK 7: Fa tremare la traversa e tiene tutti col fiato sospeso in attesa del responso della gol line technology. Per questione di centimetri, però, il suo colpo di testa non si trasforma in gol. E’ l’attaccante che cerca la porta con maggiore insistenza e il gol su calcio di punizione è il giusto premio per l’insistenza.
MERTENS 6,5: Con una sua invenzione il Napoli costruisce la migliore palla gol della partita (traversa di Milik). E’ una rondine che non fa primavera, perché poi la sua partita si ferma a quella giocata. Non un guizzo, non una giocata vincente. Gira a largo rispetto alla porta di Cragno e per tanto non è mai pericoloso.
INSIGNE 6: La prima cosa per la quale si fa notare è un’ammonizione presa per proteste. Dal punto di vista calcistico non lo si nota per niente. E le giocate di uno come lui farebbero molto comodo a un Napoli che deve trovare un’invenzione nella trequarti contro una squadra che si è chiusa a riccio dall’inizio.
CALLEJON 6: Dentro per Malcuit con il compito di fare il terzino a tutta fascia. Nel finale, però, si gioca pochissimo e dalle sue parti non arriva neppure un pallone giocabile. Finisce quasi per morire di solitudine e di noia. Nessun affondo davvero decisivo per mettere pressione al Cagliari, che ringrazia per la gentilezza.
ANCELOTTI 6: Come a Bergamo. Deve solo ringraziare Milik per il gol che vale la vittoria. E pensare che dopo un promo tempo regalato al Cagliari, il suo Napoli aveva ripreso in mano la partita e il sigillo non era arrivato solo per questione di imprecisione e sfortuna. Dopo il ko di Liverpool ripropone un turnover massiccio e nella ripresa deve fare ricorso ai suoi uomini di fiducia per strappare una vittoria pesantissima.
DOVERI 6,5 : Fischia tanto. Perché i contatti non mancano. I giocatori di entrambe le squadre cercano contatti praticamente su ogni azione. Il primo tempo è uno spezzatino continuo. L’arbitro è bravo nella gestione delle chiamate e anche in quella dei cartellini. Non si lascia irretire dai tentativi di simulazione da una parte e dall’altra e alla fine torna a casa come un cavaliere d’altri tempi: senza macchina e senza paura.
From: Il Mattino.