Il suo nome, alla colorita anagrafe brasiliana, è Carlos Vinicius Alves Morais, ma per gli amici, ed anche per i napoletani da qualche ora, è semplicemente Vinicius. Con quel nome si capisce perché poi Napoli se la portava già nel destino: un Vinicio in azzurro ci è già passato e ha lasciato ricordi che sarebbe difficile anche solo avvicinare. Figurarsi poi se nei primi anni di carriera sei passato anche dall’Anápolis Futebol Clube, squadra brasiliana che tanto ricorda nel nome quella attualmente in vetta alla Serie A.
Nato nel 1995 a Rio de Janeiro, Vinicius ha potuto formarsi calcisticamente nelle giovanili del Santos, tra i club migliori di tutto il Sudamerica, prima di fare il suo esordio con la Caldense nel calcio verdeoro. Punta centrale con tanta fisicità, visti i 190 centimetri d’altezza che porta in dote, ma anche un buon sinistro, che gli ha permesso di farsi conoscere a suon di gol sia in patria che in questi primi mesi portoghesi. All’Anápolis un passaggio velocissimo, perché le sirene europee suonavano forti e Vinicius, come il miglior Ulisse d’oltreoceano, non ha saputo resistervi.
Un anno di contratto da sfruttare quello che la scorsa estate gli ha proposto il Real Sport Clube, squadra della città di Queluz, nel distretto di Lisbona. Un impatto importante: tripletta alla prima uscita in campionato contro il Leixões, per poi ritrovarsi già in doppia cifra con 11 gol dopo le prime 20 giornate di questa Serie B portoghese in cui ha saputo farsi notare anche dai primi club lusitani (i gol salgono a 12 se ci aggiungiamo anche la gara disputata in Coppa nazionale). Ora l’occasione azzurra, con Giuntoli che ha trovato l’accordo nelle scorse ore e lo porterà in Italia, ma non prima del prossimo giugno.
Un colpo da decifrare, certo, da coltivare in vista della prossima estate. Vinicius non è giovanissimo visti i 23 anni da compiere il prossimo marzo e gli standard calcistici attuali, ma non comporterà gravi spese alla società, arrivando a parametro zero e dopo la scadenza del contratto. Il suo futuro sembra più incerto che mai, ma di sicuro non è incerto il suo soprannome: per qualcuno era sembrato essere «Careca», ma c’è un errore, perché il «nuovo» Careca individuato in Brasile si chiama (Raianderson) Moraes e non Morais, gioca nel Cruzeiro e, almeno per ora, non sembra avere un futuro napoletano. Sarà sollevato lo stesso Vinicius: arrivare a Napoli con il soprannome di uno che a queste latitudini ha scritto la storia sarebbe stato difficile da sopportare.
From: Il Mattino.