Triste solitario y campeón. Nella sera che la Juventus vince
lo scudetto, Cristiano Ronaldo giocando malissimo glielo regala con
un dribbling su Meret e un appoggio dell’arbitro Rocchi (che
non considera che c’è anche Allan a due passi), ma si
accorge di giocare in una non-squadra, di far parte di un
non-gioco, quello del costruttore di specchi, dell’illusionista
Massimiliano Allegri. Le voci che davano Ronaldo scontento della
Juventus secondo il giornale spagnolo online Don Balon trovano
conferma nelle sue facce, nei suoi gesti e nei suoi atteggiamenti.
Il campionissimo portoghese si riscopre isolato, in una squadra che
difende a oltranza e segna con un regalo, e quando deve provare a
giocare non lo fa. Trovandosi a fare un bilancio, soprattutto dopo
la lezione di calcio subita dall’Atletico Madrid, Ronaldo si
è accorto dall’interno del grande bluff Juve. E allora
ha provato ad esortarli all’attacco, ha evitato di aprire su
Bernardeschi nell’unica occasione da gol, ma era un Ronaldo
lontano da se stesso, carico di chi me l’ha fatto fare, ma che
nonostante tutto con l’anima in pena e il cuore in disparte ha
continuato a giocare, ma con l’incertezza esistenziale in
petto, dovuta alla presa di coscienza, tra l’altro avvenuta a
Madrid, e poi reiterata a Napoli.
From: Il Mattino.