Tre sono i passi di rincorsa prima dei suoi calci di rigore. Così come tre sono, da ieri sera, gli errori dal dischetto per Lorenzo Insigne. Due in campionato, entrambi contro la Juventus tra Torino (maggio 2015) e il palo del San Paolo di qualche ora fa, uno in Champions contro il Besiktas nel 2016. «Ma è lui il rigorista scelto della squadra. Tira un giocatore diverso solo se lui non c’è. E se fai il rigorista può anche capitarti di sbagliare, è il calcio», aveva detto Carlo Ancelotti subito dopo il fischio finale dell’ultimo match contro i bianconeri.
Lorenzo per la prima volta in un match contro la Juventus portava al braccio la fascia di capitano lasciata in eredità da Marek Hamsik, uno che di match contro i rivali di sempre se ne intendeva. E nel momento peggiore per sbagliare un rigore s’è stampato sul palo. Non sarà da questi particolari che si giudica un giocatore, come ricordava qualcuno, ma di certo nella meccanica di tiro del nuovo capitano napoletano c’è qualcosa da rivedere.
Nei dieci rigori tirati fin qui tra Napoli e Nazionale in carriera, infatti, Lorenzo Insigne ha tirato sempre dallo stesso lato: alla sua sinistra. Lo ha fatto contro la Sampdoria e il Verona nel 2016, lo ha ripetuto contro Crotone ed Empoli nel 2017, ancora contro Cagliari e Paris Saint Germain negli scorsi mesi. A sempre a sinistra aveva tirato anche il suo primo rigore con la maglia della Nazionale italiana, decisivo per l’1-1 contro l’Inghilterra. Stesso dicasi per i due errori contro la Juventus (il primo era stato contro Buffon) e per quello europeo contro i turchi. L’unica soluzione diversa nella sua carriera Lorenzo l’aveva provata contro la Germania agli Europei del 2016: palla a destra e Neuer dall’altra parte.
Un’abitudine che spesso gli ha portato bene, ma che ora rischia di andare a processo. La monotonia dei calci di rigore non solo penalizza le soluzioni offensive di Insigne ma facilita soprattutto il compito degli avversari: anche in altre occasioni, infatti, pur riuscendo a segnare, i portieri avversari avevano intuito la destinazione della palla calciata dal napoletano proprio in quell’angolino. Stessa cosa di quanto accaduto ieri sera: la palla si stampa sulla faccia del palo, ma Szczesny sembrava avere comunque intuito il tiro. Sbagliare un calcio di rigore è umano, diabolico sarebbe invece ripetersi per non aver avuto il coraggio di guardare anche dall’altra parte. Un «difetto» che va subito eliminato.
From: Il Mattino.