(Italiano) Napoli, serata da Ancelotti


CONDIVIDI/SHARE

Sorry, this entry is only available in Italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

image

Da favola. Un’altra serata da raccontare per Napoli e a Napoli, come quella di un anno fa, era ottobre, un gol di Insigne nel finale liberò l’urlo del San Paolo. Stavolta il successo sui campioni d’Europa, allora erano “soltanto” i vice, è più pieno e autorizza pensieri dolcissimi

Da favola. Un’altra serata da raccontare per Napoli e a Napoli, come quella di un anno fa, era ottobre, un gol di Insigne nel finale liberò l’urlo del San Paolo. Stavolta il successo sui campioni d’Europa, allora erano “soltanto” i vice, è più pieno e autorizza pensieri dolcissimi. Il Napoli è piaciuto un sacco: un’altra squadra rispetto a quella vista nelle prime tre uscite di campionato. Ha ridotto, pur se non del tutto, i momenti di distrazione, elevato il livello di precisione delle giocate, pochissime le concessioni agli avversari – da migliorare decisamente le coperture preventive sugli angoli a favore (…). Si è rivisto il miglior Koulibaly, ha sorpreso per lucidità, concentrazione e continuità Mario Rui, e anche Meret e Di Lorenzo hanno brillato; formidabile Allan per un’ora. E poi Ciro e Pennellone, Mertens e Llorente, a rendere indimenticabile il 17 settembre.

Ancelotti è tecnico da coppe, e non è un luogo comune: il lavoro gli riesce meglio quando non ha bisogno di sollecitare i suoi, quando non serve motivarli poiché bastano il livello dell’impegno e la caratura dell’avversario: allora, sì, che Carlo ci mette del suo.

Solo sei, invece, i minuti da Inter di Conte: tra il 92’ e il fischio finale. L’ora e mezza l’ha giocata assai meglio lo Slavia. Tanto che a un certo punto il contrasto fra la telecronaca di Marianella e ciò che stavamo vedendo è diventato stridente: mentre la voce di Sky ci raccontava con l’abituale dovizia di particolari l’emozione di Soucek per essere arrivato fino a San Siro, la gioia con cui Husbauer e Kolar avevano preparato un impegno più grande di loro, l’esordio di Helal, primo giocatore del Bahrein, e l’ingresso di Lukas Provod approdato “quasi per caso” allo Slavia, la squadra ceca continuava a fare gioco muovendo il pallone e muovendosi senza con sorprendente disinvoltura. Al contrario l’Inter appariva slegata, isolati Lukaku e Lautaro, e non dava segnali di superiorità: onestamente non è pensabile che due mesi con Conte, più Sensi e Lukaku, le novità presenti nella formazione iniziale, possano trasformare una squadra da quarto posto in serie A in un’euro-protagonista. La rete di Barella ha aggiustato solo parzialmente la serata: un punto con lo Slavia, in casa e dentro un girone con Borussia e Barcellona, è partenza che sulla distanza delle sei partite risulta spesso penalizzante.

From: Corriere Dello Sport.

CONDIVIDI/SHARE