Il gol alla Insigne lo ha segnato Politano in pieno recupero, prima rete in azzurro dell’esterno arrivato sei mesi fa dall’Inter, dove lo spazio si era sempre più assottigliato con Conte. La prodezza che non ti aspettavi. Al 95’ l’ex nerazzurro ha consentito al Napoli di interrompere la serie dei pareggi e di chiudere con una vittoria la partita con l’Udinese, un’altra gara di sofferenza. L’assenza di forti stimoli in campionato ha causato nella squadra cali di tensione quasi mai visti con Gattuso, rendendola meno compatta e aggressiva. C’è troppo campo a disposizione degli avversari, che sono andati a segno con De Paul e sempre con l’argentino – da tempo seguito da De Laurentiis – hanno sfiorato il raddoppio, evitato dal Napoli con un goffo salvataggio di Koulibaly che ha evitato per un pelo (e un palo) l’autogol. La squadra neanche riesce a capitalizzare quanto crea: ha fatto due gol con dieci tiri in porta, i suoi avversari uno con tre. Va considerata per il Napoli, come per le altre squadre, la complessità di questa tranche di campionato, con partite ogni tre giorni da giocare senza i necessari tempi di recupero. «Non siamo robot» ha detto Gattuso ed è incontestabile.
Questa partita che aveva poco da dire per la classifica, così come le ultime quattro di campionato che saranno comunque utili per prepararsi alla sfida in Champions, è stata vinta con i gol di due subentranti: a Milik, sostituto a freddo di Mertens (infortunato), sono bastati 37 secondi per andare a segno; Politano ha chiuso con una magia lo spezzone al posto di Callejon, rafforzando la sua candidatura per sostituire lo spagnolo dalla prossima stagione. Sono segnali per il futuro differenti. Il destino di Milik è chiaro: non ha trovato l’accordo col Napoli sul prolungamento del contratto e andrà via con l’amarezza di non essere stato compreso fino in fondo in questi anni, anche se dalla società ha avuto sostegno nelle stagioni più difficili, dopo due gravissimi infortuni. Il destino di Politano è invece da decifrare, perché il Napoli ha fatto un forte investimento sul mercato invernale per lui ma continua a studiare i profili di alcuni esterni: l’ex interista deve superarne la concorrenza, dunque. I due gol della panchina confermano la qualità della rosa del Napoli, da migliorare attraverso nuovi investimenti sul mercato.
Da tempo è cominciato il conto alla rovescia per la sfida di coppa dell’8 agosto, per ora confermata dall’Uefa a Barcellona anche se l’aumento dei contagi deve far prendere in considerazione un’ipotesi alternativa: non facile decidere anche perché il Portogallo, indicato come campo neutro in caso di nuovo lockdown, non ha al momento una situazione rassicurante. Il Barcellona ha intanto chiuso la Liga dandone cinque all’Alaves, uno scatto di orgoglio significativo secondo il capitano Messi. Sta provando, Leo, a ricostruire il rapporto con il tecnico Setien, che è subentrato in corsa come Gattuso ma che al contrario del collega non ha saputo portare lo spogliatoio dalla sua parte. Rino vuole ritrovare il migliore Napoli – compatto, aggressivo, lucido sotto porta – nelle quattro partite che precederanno la missione in Spagna, o in Portogallo, perché così può essere realizzata l’impresa. Le pause che stanno accusando Insigne e Mertens sono fisiologiche: avranno entrambi un ruolo decisivo nella supersfida col Barça.
Per De Laurentiis sono giorni impegnativi, intanto. Ore cruciali per capire se Osimhen è pronto a formalizzare l’intesa di massima raggiunta tre settimane fa con il presidente e Gattuso, quando rimase conquistato dalla loro disponibilità ad ingaggiarlo per consegnargli la guida dell’attacco. Il Napoli si è già scottato in questi anni, quindi ha preparato alternative nel caso dal nigeriano arrivino segnali stavolta negativi. Ma il futuro si costruisce non solo con il mercato. De Laurentiis ha invitato oggi a Roma gli altri diciannove presidenti per illustrare il progetto sulla creazione di una tv della Lega Serie A, che potrebbe gestire direttamente la produzione delle partite alla scadenza del contratto (30 giugno 2021). Secondo il patron del Napoli, la cifra strappata per il quadriennio 2017-2021 – 1,3 miliardi di lire – non è adeguata al valore commerciale del calcio italiano. Tra due giorni, a 25 chilometri dallo stadio di Parma dove giocheranno gli azzurri, il Bari – salvato dalla famiglia De Laurentiis due anni fa – affronterà la finale per la promozione in serie B. Sarebbe la seconda consecutiva, dopo il salto dalla serie D alla serie C. Alla presidenza del club pugliese c’è Luigi De Laurentiis, il figlio del patron, che ha ridato fiducia a una grande piazza del Sud. Con il salto in serie B diventerebbe concreta la prospettiva di creare un solido polo meridionale, anche dopo il ritorno del Benevento in A.