Ascolti tv da record: sfiorato il 40% di share, quasi 20 milioni di contatti unici
ROMA – La finale di Coppa Italia ha confermato, anche nei numeri, la voglia di calcio dei tifosi italiani, già “anticipata” con le due semifinali. Napoli-Juve, infatti, in onda ieri su Rai1, ha registrato complessivamente 10 milioni e 202mila telespettatori di media, con il 39,6% di share (compresi i rigori). “Si tratta di un risultato – fa notare un comunicato dell’ufficio stampa Rai – molto più alto dello scorso anno, quando Lazio-Atalanta, in onda il 15 maggio, fu vista da 7 milioni e 297mila telespettatori di media, con il 28,7% di share”. Nel dettaglio di Napoli-Juve, il primo tempo della partita è stato visto da oltre 10,5 milioni (10.532.000, per la precisione), con il 39,7% di share; un dato che è calato leggermente nella ripresa, apprezzata da 9 milioni e 870mila appassionati (39,1%) per poi risalire con i rigori decisivi, visti da 10 milioni e 348mila spettatori, con uno share medio del 43,6%. Il minuto più visto dell’intero incontro è stato il 35esimo del primo tempo (alle 21:39) con 10 milioni e 881 telespettatori sintonizzati, mentre il minuto con lo share più alto invece è stato sugli ultimi due rigori, quello di Ramsey per la speranza bianconera e quello di Arek Milik che ha sancito il trionfo azzurro, alle 23:05, con il 45,4% di share: praticamente la metà delle tv accese in Italia, in quel momento, era in collegamento con lo Stadio Olimpico di Roma. “Notevole, poi, il dato assoluto, relativo ai contatti unici: la partita nel suo complesso, infatti, ha toccato quota 19 milioni e 390mila spettatori unici (persone diverse, cioè, che di Napoli-Juve hanno visto almeno 1 minuto): un incremento considerevole rispetto alla stagione 2018/2019, quando Lazio-Atalanta aveva fatto registrare 15 milioni e 833mila contatti”. Infine, una curiosità: la finale del 2018 tra Juventus e Milan registrò un ascolto medio superiore a quello di ieri sera in termini di spettatori (per la precisione 10 milioni e 585mila), ma con il 39,0% di share, più basso di quello di questa edizione.