Alla seconda giornata di campionato non si assegna lo scudetto ma si possono ricevere indicazioni sullo stato di salute di una squadra e sulle sue prospettive, come aveva detto Ancelotti alla vigilia. In questo senso, vi sono state due partite in una per il Napoli, anche grazie al cambio di modulo perché il 4-2-3-1 non funziona mentre il 4-4-2 proposto nella ripresa dopo l’uscita di Insigne ha rianimato il Napoli – e nonostante la mediocre prestazione di Mertens e Callejon – in una partita che sembrava chiusa dopo la rete di Cristiano Ronaldo che aveva fatto scattare l’ironico coro «Oj vita oj vita mia» dei tifosi juventini. Peccato che la clamorosa e meritata rimonta sia stata cancellata da Koulibaly, proprio lui, l’eroe dell’unica vittoria in questo stadio, il 22 aprile 2018: incredibile autorete sul 3-3, quando tutto sembrava finito, con la piena riabilitazione di una squadra ampiamente insufficiente nell’approccio alla partita.
Imbarazzanti gli azzurri nel primo tempo, insufficienti li ha definiti Ancelotti. Hanno commesso errori banali, non hanno avuto personalità nei momenti difficili e hanno mostrato carente organizzazione. L’effetto del 42-3-1 non è stato quello auspicato da Ancelotti proporre un gioco aggressivo – piuttosto quello di concedere spazi agli avversari. Non hanno funzionato nelle posizioni di partenza Fabian (trequartista centrale) e Zielinski (interno sinistro): hanno altre caratteristiche e patiscono. E quando il tecnico ha cambiato la posizione del polacco, il risultato è stato immediato perché il suo contributo nella rimonta, purtroppo parziale, è stato prezioso.
From: Il Mattino.