Se proprio non si vuole soffrire, meglio dimenticare che cosa si è visto in campo all’Hanazono Stadium di Osaka spazzato dal vento e mettere in fretta in archivio questo sconcertante 47-2 dell’Italia contro la Namibia al debutto ai primi mondiali in Giappone.
Archiviare e pensare che l’obbiettivo di una vittoria con il bonus (5 punti in classifica, con molta ilarità nella nostra poule ora siamo pure davanti a Nuova Zelanda e Sud Africa) è stato raggiunto, perché tutto il resto è in verità disperante se si pensa alla mancanza di maturità e di determinazione degli azzurri che contro avversari di questo rango avrebbero dovuto imporsi con almeno 50 punti di scarto, senza concedere ai namibiani l’abominio di segnare persino tre facilissime mete contro le sette sudate dagli italiani in balia in mezzo a un mare di errori.
Mentre il sole sorge il Italia, gli azzurri entrano nel Mondiale celebrando la quinta partecipazione record del capitano Sergio Parisse che a 36 anni ha conquistatto la quinta partecipazione, record diviso solo con Mauro Bergamasco e il samoano Brian Lima.
Ma forse anche Parisse, poi meno incisivo del solito, avrebbe scambiato un paio di quei mondiali con una prestazione meno avvilente di quella andata in onda.
Pena. Una sola parola per descrivere il primo tempo degli azzurri. L’obbiettivo del ct Conor O’Shea, sottolineato dallo stesso Sergio Parisse, era quello di portare “la migliore Italia di sempre alla Coppa del Mondo”, ma a Osaka è arrivata la peggiore.
E di gran lunga. Contro un avversario inesistente come i namibiani, gli azzurri hanno esibito mollezze insopportabili ed errori da asilo nido: touche, passaggi, placcaggi, calci, tutto pasticciato e l’evidente idea che questa squadra non sapesse minimamente che cosa fare per imporsi. Imbarazzante. Fosse stata in campo l’Under 20 sarebbe stato meglio e al té si sarebbe arrivati con un risultato assai più largo del ridicolo 21-7 grattato dall’Italia che ha persino permesso ai rivali, 23i al mondo, dieci scalini sotto gli azzurri, di passare in avanti al 6′ con il mediano di mischia Stevens che ha trovato solo fantasmi davanti mentre sprintava in meta.
Un salutare schiaffone? Macché. Sì, sono arrivate tre mete (di punizione al 10′, Allan al 24′ su buco di Morisi e Tebaldi su assist fulminante di Ruzza) ma vanno messe fra parentesi perché tutto il resto è stato tristemente indegno per una squadra del Sei Nazioni che ne affronta una delle retrovie del rugby mondiale. Ruzza (poi giustamnete Mvp pur avendo giocato solo un tempo) e Morisi gli unici sopra la decenza. La cabina di regia, tra Allan e Tebaldi, non ne ha azzeccata una, con scelte cervellotiche e palloni gettati al vento.
Nella ripresa di mete azzurre ne sono arrivate altre 4 ma sono le 2 marcate dalla Namibia che risultano incomprensibili per una squadra che vorrebbe alimentare la fiammella di arrivare il 4 ottobre alla sfida con il Sud Africa con qualche chanche. Una scintilla pare pure troppo per un gruppo che adesso dovrà preoccuparsi parecchio del Canada, il 26 settembre, prima di guardare verso il lontanissimo Sud Africa.
Anche pescando fra i ripostigli più oscuri della fede non si trova una giustificazione a tanta pochezza: se si è 13′ al mondo a una squadra come la Namibia bisogna dare 47 punti per tempo, poi si parla del resto. Possibile che professionisti come Parisse & Co., dopo mesi e mesi di preparazione (“mai così accurata”), non tirino fuori lo spirito adeguato per questo match d’esordio facilissimo? Sì, a Osaka 5 punti sono arrivati, ma che ne è del morale di un un gruppo giustamente chiamato almeno a brillare contro Namibia e Canada per poi lottare con le unghie e con i denti contro Springboks e All Blacks?
Italia-Namibia 47-22 (p.t. 21-7)
Marcatori. Italia: 7 mete 10′ m. (pun.) 24′ Allan 40′ Tebaldi 43′ Bellini 46′ Canna 69′ Polledri 76′ Minozzi; 3 tr. Allan, 2 tr. Canna. Namibia: 3 mete 6′ Stevens; 57′ Greyling 1 tr. Loubser; 1 c.p. Loubser
Primo tempo.
Le formazioni
Italia: 15 Jayden Hayward, 14 Mattia Bellini, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Luca Morisi, 11 Edoardo Padovani, 10 Tommaso Allan, 9 Tito Tebaldi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Maxime Mbandà, 6 Braam Steyn, 5 Federico Ruzza, 4 Alessandro Zanni, 3 Tiziano Pasquali, 2 Luca Bigi, 1 Nicola Quaglio
A disp. 16 Oliviero Fabiani, 17 Simone Ferrari, 18 Marco Riccioni, 19 Dean Budd, 20 Jake Polledri, 21 Guglielmo Palazzani, 22 Carlo Canna, 23 Matteo Minozzi
Namibia: 15 Johan Tromp, 14 Chad Plato, 13 Justin Newman, 12 Darryl De La Harpe, 11 JC Greyling, 10 Cliven Loubser, 9 Damian Stevens, 8 Janco Venter, 7 Wian Conradie, 6 Rohan Kitshoff, 5 Tjiuee Uanivi (c), 4 PJ Van Lill, 3 Johannes Coetzee, 2 Torsten van Jaarsveld, 1 Andre Rademeyer
A disp. 16 Louis van der Westhuizen, 17 AJ De Klerk, 18 Nelius Theron, 19 Johan Retief, 20 Max Katjijeko, 21 Eugene Jantjies, 22 Helarius Axasman Kisting, 23 Lesley Klim
From: Il Mattino.