Zizou lo sta “pesando”. Si è fidanzato con una giornalista. E’ nato lo stesso giorno del figlio di Ancelotti
ROMA – El Pajarito non ha ancora spiccato il volo. Intimorito, forse ancora acerbo, “l’uccellino” è rinchiuso in una gabbia dalla quale è difficile uscire quando a bloccarti la via della libertà ci sono tre colossi come Modric, Casemiro e Kroos. Federico Valverde, che ha il tedesco come idolo ed esempio da seguire, è stato comprato dal Real quando era ancora un adolescente. Lasciato in Uruguay, al Peñarol, a crescere. La squadra della sua città, Montevideo, quella per cui fa il tifo sin da bimbo. Adesso potrebbe finire alla corte del Napoli di Ancelotti per 18 milioni di euro. In attesa che la trattativa vada in porto, vi sveliamo sette curiosità che forse non conoscete sul nuovo centrocampista uruguaiano.
1) NASCE NEL PENAROL
Santiago Federico Valverde Dipetta (Montevideo, 22 luglio 1998) entra nelle giovanili del Penarol a 8 anni, e a 18 vince da leader il campionato uruguaiano
2) SALTO IN ALTO A MADRID
Sempre nel 2016 lo acquista il Real che lo destina alla sua seconda squadra. La scorsa stagione è in prestito a La Coruna. In questa fa parte della rosa madridista. Il Real, per assicurarselo, ha bruciato la concorrenza di Barcellona, Chelsea, ma soprattutto Arsenal, club che aveva offerto al Peñarol circa 4 milioni di euro ma che poi si è visto sorpassare dagli spagnoli, che hanno convinto la famiglia e aggiunto un milione da destinare agli uruguaiani.
3) NAZIONALE, CHE DEB!
Il 2017 è l’anno della svolta Celeste. A settembre Tabarez lo fa esordire nell’Uruguay ma non lo porta a Russia 2018. Fin qui ha 9 presenze e 1 rete, all’esordio in Paraguay
4) LE CARATTERISTICHE
Centrocampista centrale “leggero”, ma alto 182 cm, di lui sin dai primi passi si è evidenziata sempre la visione di gioco, il passo lungo, caratteristiche che potrebbero portarlo a diventare anche un mediano “box to box”, ma che per ora lo etichettano come un fine palleggiatore. E’ un centrocampista centrale in grado di gestire e catalizzare il gioco, ma anche di fungere da schermo davanti alla difesa. Un direttore d’orchestra dal lancio lungo e preciso, dotato però anche di grande dinamismo: corre e poi ancora; ha qualità, di livello assoluto; e sa prendersi le responsabilità.
From: Corriere Dello Sport.