«Tu si’ GuaglYunes», e in un attimo il ragazzino
che arriva dalla Germania diventa napoletano doc. Il cerchio che si
chiude. Da marzo 2018 a marzo 2019. E con un gol Amin Younes
scaccia via i fantasmi. Macchina del tempo: 12 marzo dell’anno
scorso, l’Ajax sta vincendo 4-1 con l’Heerenveen e
l’allenatore dei lancieri ten Hag si rivolge a Younes in
panchina per dirgli di prepararsi ad entrare. Il tedesco,
però, si rifiuta e fa scoppiare un caso. Passano meno di 24
ore e ten Hag annuncia che il giocatore verrà aggregato alla
squadra B per punizione. 17 marzo 2019, al primo tiro in porta
contro l’Udinese, Younes segna il suo primo gol con la maglia
del Napoli e sblocca il risultato. Strana la vita, sopratutto se
sei un calciatore. Perché in questi casi viaggia ad una
velocità tripla rispetto al resto del mondo.
TIRA E MOLLA
D’altra parte in questi 12 mesi ne sono successe di cose nella
vita di Younes. Lui, tedesco di nascita ma con padre libanese,
è entrato nel mirino del Napoli a dicembre del 2017. Una
corsa contro il tempo per trovare l’accordo con il suo
entourage e assicurarselo a costo zero per la fine della stagione,
quando sarebbe andato in scadenza con l’Ajax. Ecco
perché a gennaio dello scorso anno, il tedesco si intravede
per la prima volta a Napoli per assistere alla gara degli azzurri
contro il Bologna. Una toccata e fuga, prima di ripartire per la
Germania dove, secondo quanto riportano i media tedeschi, deve
assistere il nonno in fin di vita. Qualche chilometro più in
là, i giornali olandesi raccontano un’altra versione dei
fatti. Ovvero di un malcontento di Younes, deciso a non diventare
un giocatore del Napoli, nonostante un contratto già
sottoscritto col club azzurro. Sono settimane e mesi di tensione,
che però si risolvono al meglio, quando anche il legale del
Napoli chiarisce la situazione rendendo ufficiale l’arrivo del
tedesco in azzurro. Tutto fila per il verso giusto. O quasi.
Perché a maggio Younes si rompe il tendine di Achille. Un
infortunio brutto e doloroso che ne pregiudica l’avvio di
preparazione. A Dimaro, però, c’è anche lui.
Assiste agli allenamenti del Napoli con le stampelle sotto braccio
e poi lavora in palestra per farsi trovare pronto al momento
giusto.
From: Il Mattino.