Il calo fisico, il calo mentale, un po’ di supponenza di
sé: è caccia ai motivi della crisi di Allan. Che come
tutte le crisi non ha una sola spiegazione, ci mancherebbe.
D’altronde, con la Roma era sembrato in netta ripresa, prima
della prestazione con l’Empoli che ha lasciato tanto amaro in
bocca. Ormai sono più le prestazione in calo che quelle di
un certo livello. Allan, da gennaio in poi, ha perso baldanza,
equilibrio in campo e padronanza della linea mediana. Ecco, non ce
ne voglia: non è più il guerriero di prima, tranne
rare eccezioni. Certo, c’è Ancelotti che non gliene fa
saltare una di partita: da due mesi a questa parte è sceso
sempre in campo e solo nella gara di ritorno con lo Zurigo è
partito dalla panchina. Per il resto, dopo la telenevola Psg e la
giornata di riposo con il Milan, le ha giocate tutte. Compreso un
tempo (orribile) in Coppa Italia a San Siro.
I DUBBI
Il calo c’è sul piano fisico. E magari è solo un
momento, passeggero. Peraltro, ha davvero giocato tanto
quest’anno, alla faccia del turnover. Ma fino a gennaio fare a
meno di lui era un vero e proprio suicidio calcistico: lui, in
generale, appare meno incisivo e meno battagliero di due mesi, tre
mesi fa. In campionato, possibile che sia in corso una flessione
mentale in Allan, come in altri giocatori fondamentali in questo
Napoli: come se dopo aver raggiunto la certezza del secondo posto e
preso atto che la Juventus è davvero irraggiungibile, il
gruppo si sentisse appagato, come se non credesse di poter fare di
più e di meglio. In realtà, sarebbe grave se fosse
così perché si rischierebbe di rimediare qualche
altra figuraccia come con il Torino, il Sassuolo e l’Empoli da
qui alla fine della stagione. Per questo Ancelotti fin da oggi, con
la ripresa della preparazione dopo il «day off»,
è chiamato a dare una scossa, visto che gli impegni
incalzano, a cominciare da quello, delicatissimo e vitale, di
Europa League contro l’Arsenal.
From: Il Mattino.