Fossimo ancora negli anni 90, a avremmo dovuto parlare di
trasformismo. Ma siccome siamo nel 2019 e le parole di tendenza
sono diventate straniere, bisogna parlare di giocatori
multitasking: ovvero capaci di fare più di una cosa. Magari
anche all’interno della stessa partita. Qualità che
evidentemente deve essere fondamentale per poter piacere a un
allenatore come Carlo Ancelotti che ha colorato il suo Napoli con
le tinte più variegate possibile. Difficile che i suoi
debbano fare una cosa sola, anzi, più l’idea è
stravagante e più lo incuriosisce.
La prima trovata è arrivata in estate, durante il ritiro di
Dimaro, quando ha iniziato a sperimentare Lorenzo Insigne
nell’insolito ruolo di punta centrale. Attratto dalla porta
come una calamita, lo ha spostato dai margini del campo per
metterlo al centro della manovra, con risultati che sulle prime si
sono rivelati davvero eccezionali visto il rendimento altissimo di
Insigne fino alla fine del 2018. Una trovata talmente vincente da
convincere perfino il ct della Nazionale Roberto Mancini a
utilizzarla anche in azzurro. Una felice intuizione da parte di
Ancelotti che all’occorrenza lo ha anche utilizzato sulla
periferia delle corsie esterne, ma a centrocampo, anche quella una
vera e propria novità per Lorenzo.
From: Il Mattino.